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A Lungro la storia arbëreshë rivive nella rievocazione dedicata a Skanderbeg

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LUNGRO - Lungro si prepara a rendere omaggio a Giorgio Castriota Skanderbeg, il condottiero che ha segnato la storia del popolo arbëreshë e che ancora oggi rappresenta un simbolo di forza, libertà e appartenenza. Sabato 1º marzo 2025, il borgo si trasformerà in un grande palcoscenico con la settima edizione di “Skanderbeku – Prindi i Arbëreshë”, una manifestazione che porta nelle strade e nelle piazze l’epopea di Skanderbeg attraverso costumi, musiche, danze e scene rievocative.

L’iniziativa, curata dalla Pro Loco Arbëria di Lungro con il patrocinio del Comune di Lungro, coinvolge l’intera comunità e restituisce la memoria di una vicenda storica che continua a vivere nell’identità del popolo arbëreshë. La giornata si articolerà in più momenti, ciascuno pensato come una vera e propria pièce teatrale per rievocare le gesta dell’eroe albanese e il percorso della diaspora, a ricordare il legame mai spezzato con le proprie radici.

L’evento prenderà il via alle 15:00 con la partenza del corteo storico dalla Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Per le vie del borgo sfileranno Skanderbeg a cavallo, i suoi guerrieri e il popolo in festa, tutti in abiti tradizionali, tra suoni di tamburi e canti antichi. La prima tappa sarà Piazza XVI Luglio 1859, dove verrà allestito un villaggio simbolico che farà sentire l’atmosfera della Lungro di un tempo.

Il momento centrale della manifestazione sarà la battaglia tra i guerrieri albanesi e le truppe ottomane, una scena che evoca la resistenza con cui Skanderbeg e il suo esercito impediscono ai turchi di occupare l’Albania e di avanzare in Europa. Dopo la vittoria, i soldati arbëreshë riceveranno il sostegno della folla, che acclamerà il condottiero con il grido “Rroft Skëndërbeu!” (Evviva Skanderbeg), seguito dal canto “Porsi Fleta” (Leggera come una farfalla).

Tra i momenti più attesi anche la rievocazione delle nozze tra Donika Kastrioti, sorella di Skanderbeg, e Giorgio Araniti, esponente di una delle casate più influenti dell’epoca. L’unione, segno di alleanza tra famiglie nobili albanesi, sarà accompagnata da canti e balli tradizionali, con le donne che indosseranno il costume festivo arbëreshë e danzeranno le vallje, le danze popolari tramandate da secoli.

Ogni scena, sarà preceduta nelle case dal rito della vestizione per le donne, un momento di grande importanza che richiede attenzione e precisione, vista la particolare complessità dell’abito. La coda della gonna, ad esempio, una volta indossata viene cucita addosso, e poi scucita al momento di toglierla, un gesto che simboleggia l’unicità e il valore del prezioso costume. Fatto di sete dai colori sgargianti e ricami in oro fatti a mano, è tramandato di madre in figlia, così come gli ori antichi che lo arricchiscono e completano.

Il corteo raggiungerà infine la Piazza della Cattedrale di San Nicola di Mira, dove verrà rappresentata la morte di Skanderbeg. Si narra che l’eroe, prima di morire di malaria, chiese ad un bimbo di fare un mazzo con dei pezzi di legno, e poi ordinò ai guerrieri di romperlo. Quel fascio intero però non si spezzò, mentre il bambino che lo divise, riuscì a spezzarli. Una metafora con cui Scanderbeg ha insegnato al suo popolo che solo restando uniti sarebbero stati per sempre imbattibili.

La celebrazione si concluderà con il canto “Petkat e të mirat tona” (Le vesti e i nostri beni), che racconta la partenza dalla città di Corone dopo l’invasione ottomana. Le note struggenti rievocano il dolore dell’esilio e la speranza mai sopita di mantenere viva la propria cultura, una promessa che gli arbëreshë di Lungro rinnovano ogni anno a testimoniare la loro fierezza, l’identità e la memoria.

Fonte: meravigliedicalabria.it

Foto: Pro Loco Arbëria di Lungro

 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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