Da Sapri a Sibari per andare alla scoperta delle meraviglie della Calabria del nord-est
Gli studenti dell’Istituto Carlo Pisacane hanno avuto la possibilità di visitarealcuni fra i più importanti reperti archeologici del nostro territorio, riscoprendo la grandezza di Sibari e gli usi e le culture dei nostri predecessori

SIBARI (CASSANO JONIO) - Il Museo Archeologico Nazionale della Sibarite, il Parco Archeologico di Sibari e la Grotta del Romito sono state le mete visitate dagli studenti dell’Istituto Carlo Pisacane di Sapri (SA), seguendo l’iniziativa Pof/Mof. Nel Museo Archeologico gli studenti, grazie alle guide e alle lezioni propedeutiche in classe, hanno apprezzato i vari reperti, tra cui il “toro cozzante” e la tabella in bronzo dedicata ad Atena di un vincitore di Olimpia, constatando la grande importanza della città Sibari in antichità come centro commerciale e culturale della Magna Grecia.
Nella seconda tappa del tour hanno fatto visita al Parco Archeologico gli studenti hanno avuto la possibilità di ammirare le rovine di un teatro romano e delle terme, i resti di mosaici e di decorazioni pavimentali, le necropoli e i resti di abitazioni private e di edifici pubblici.
Per finire la visita è proseguita verso Papasidero, dove gli studenti hanno fatto un ulteriore passo indietro nel passato all’età paleolitica nella Grotta del Romito, uno dei più importanti siti preistorici d’Europa, ma prima di arrivare alla cava i visitatori hanno preso consapevolezza sulla vita e sugli usi degli abitanti del territorio nell’Antiquarium e nell’Archeodromo, uno spazio aperto dove sono situate tre capanne. Nella grotta gli studenti sono stati attratti dalla celebre incisione del "Bos primigenius", definita dall’archeologo Paolo Graziosi come la più maestosa e felice espressione del verismo paleolitico mediterraneo.
Grazie a questo tour, i giovani visitatori hanno potuto riflettere sull'evoluzione dell'uomo e sulla continuità culturale fra noi e i nostri antenati, sul valore della storia sia come strumento per ricercare le radici della nostra identità sia come grande serbatoio di memoria collettiva utile a stimolare un approccio critico e consapevole verso il passato e il futuro.