I saluti del Presidente Agostinelli per la fine del mandato alla guida dell'Autorità Portuale
«Sono stati anni splendidi e solitari, intervallati da crisi drammatiche e primati commerciali, ma soprattutto caratterizzati da una ritrovata "piena occupazione" e da una produttività degna di porti situati ad altre latitudini»

CORIGLIANO-ROSSANO - Si è concluso il mandato del Presidente Andrea Agostinelli alla guida dell'Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio . Di seguito riportiamo la lettera di saluti alla comunità calabrese.
Al termine di 9 anni e 8 mesi alla guida del porto di Gioia Tauro e della Autorità di Sistema Portuale calabrese, lascio oggi il mio incarico e questa Terra bellissima.
Sono stati anni splendidi e solitari, intervallati da crisi drammatiche e primati commerciali, ma soprattutto caratterizzati da una ritrovata "piena occupazione" e da una produttività degna di porti situati ad altre latitudini.
Anche nei momenti più bui - Covid, ETS, crisi del Mar Rosso - Gioa Tauro ha dimostrato una resistenza eccezionale e questo grazie ad armatori e terminalisti che hanno magnificamente messo a frutto gli enormi spazi portuali e le banchine così performanti del nostro porto.
Conoscere Gianluigi Aponte e la famiglia Grimaldi, ma anche Filippo Callipo, è stato un privilegio professionale indimenticabile, e la sinergia con tali operatori di livello mondiale è stato il segreto del successo di questa avventura.
Ma ancora più emozionante è stato condividere le iniziali incertezze, le preoccupazioni, la macelleria sociale di 400 licenziamenti ed infine i sorrisi delle maestranze portuali che sono state il "motore" della rinascita, giustamente orgogliose di essere state artefici di tale successo, unitamente ad un programma di finanziamento privato ma anche pubblico imponente ed interamente realizzato. Nuovissime grues, il gateway ferroviario e la banchina "Eranova" di ponente, solo per fare qualche esempio, ma anche lo splendido lungomare del Portovecchio di Crotone e gli avveniristici nuovi alloggi consegnati alla Guardia Costiera di Gioia Tauro.
Ho partecipato a decine di Convegni sulla portualità, in Italia e all'estero, sempre con il malcelato orgoglio di rappresentare questo porto e le sue maestranze, di essere il loro Presidente, sulla scia dei risultati entusiasmanti che Gioia Tauro produceva, una crescita esponenziale dei traffici che dura da sei anni consecutivi.
Ho ascoltato in questi anni centinaia di storie individuali, tutte caratterizzate dalla voglia di rimanere in Calabria, dal desiderio che questo porto potesse soddisfare le aspettative di riscatto sociale ed economico di una intera Regione. Non a tutti abbiamo potuto dare le risposte attese, ma oggi il porto costituisce una splendida realtà produttiva e attende ormai da tempo che il più esteso retroporto italiano possa percorrere la stessa strada virtuosa.
Un plauso sincero alle Forze dell'ordine ed alla Agenzia delle Dogane e Monopoli, che contribuiscono in modo così incisivo a smentire - spero per sempre - la pessima "fama" del nostro porto, se pensiamo che nei porti del tanto decantato Nord Europa sbarcano quantitativi di cocaina infinitamente maggiori, nel silenzio di tutti. E se leggete il report annuale della Associazione "Libera", scoprirete che Gioia Tauro non guida la classifica dei porti nazionali infiltrati dalla malavita.
La legalità, la trasparenza e la correttezza amministrativa hanno sempre costituito la nostra stella polare! A noi la 'ndrangheta ha fatto schifo davvero...
Se è vero che la costruzione originaria del porto arricchì enormemente le 'ndrine locali, le opere pubbliche edificate negli ultimi 10 anni proiettano Gioia Tauro in un futuro fatto di lavoro "buono", di sviluppo e di sostenibilità.
Al Governo nazionale e a quello Regionale la pressante raccomandazione di tutelare maggiormente un "unicum" così peculiare, un gioiello del nostro Meridione che ha progetti e potenzialità per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
Che l'attenzione al Sud ed al suo riscatto non sia lo sterile slogan ascoltato mille volte: per mantenere e magari promuovere Gioia Tauro nell'attuale ranking dei porti del Mediterraneo servono investimenti, cospicui ma non ciclopici, che l'Autorità di Sistema non potrà affrontare da sola, nei cinque porti della sua giurisdizione.
Non serviranno nuove dighe e nuove darsene, quelle le abbiamo già, nuove e perfettamente performanti, insieme con i nostri fondali profondissimi; magari l'ineludibile allargamento della imboccatura portuale o una finalmente veloce infrastruttura ferroviaria che colleghi passeggeri e merci con il resto del Paese.
I ringraziamenti finali, infine: alla abnegazione dei miei collaboratori che - in così pochi - hanno permesso di concretizzare il miracolo quotidiano di pratiche tempestive e ben fatte, nonché di bilanci cristallini.
A Michele Albanese, Aldo Alessio, Agostino Pantano, Giuseppe Smorto e Andrea Tripodi, rigorosamente in ordine alfabetico, gli irriducibili sognatori che hanno custodito le mie ansie e condiviso i successi del porto.
Alla mia famiglia, che ha sopportato la mia assenza per dieci lunghi anni.
Lunga vita al porto di Gioia Tauro, e ai porti di Corigliano, Crotone, Palmi e Vibo Valentia Marina!