Il riscatto dell’uomo fragile e della vita di periferia al centro di “Tre notti”, il romanzo di Vinicio Marchioni
Un romanzo di formazione che racconta di un’adolescenza rotta, segnata da una perdita, che tenterà di ricomporsi lentamente nel tempo grazie ad alcuni incontri cruciali e preziosi che aiuteranno il protagonista a ritrovare sé stesso
CORIGLIANO-ROSSANO – Sullo sfondo una borgata romana di periferia, al centro un giovane adolescente che dovrà fare i conti con la prematura morte del padre affetto da una malattia ormai incurabile. Scosso e attraversato da sentimenti impetuosi, che non riesce a domare e gestire, Andrea – il protagonista - decide di scappare. Durante le tre notti di fuga narrate dall’autore, il protagonista incontrerà un coro di uomini «irrisolti» che con le loro fragilità lo accompagneranno alla scoperta di sé stesso e della figura paterna che, in fondo, non ha mai conosciuto.
Questo, e molto altro, è Tre notti, il romanzo di esordio di Vinicio Marchioni presentato ieri sera nel chiostro di San Bernardino, nel centro storico di Rossano, e che rientra negli appuntamenti della rassegna estiva di lettura Autori d’(a)mare organizzata da Mondadori Bookstore di Granata Group con il patrocinio del Comune di Corigliano-Rossano. Ha dialogato con l’autore il dirigente scolastico Antonio Franco Pistoia.
«Il libro – ha spiegato l’autore - è nato qualche anno fa durante un trasloco. Trovai per caso alcuni diari che scrivevo da adolescente. Erano diari pieni di tristezza e disperazione. Leggendoli provai tenerezza per quel ragazzo così decisi che era arrivato il momento di raccogliere quelle memorie e raccontare quel dolore, quella sofferenza». La memoria da raccogliere era la morte di suo padre che ha deciso di inserire nel romanzo e che ha funto da punto di partenza per l’avvio della storia la quale, però, - ci tiene a specificarlo – non è un’autobiografia.
Ad emergere, nel racconto della genesi del libro, è la dimensione di solitudine che si sperimenta durante la scrittura e il rapporto che questa ha con il tempo: «la scrittura è rifugio, solitudine vera, è riflessione e sedimentazione del pensiero. Tutto questo ha necessariamente a che fare con lo scorrere del tempo che credo sia una componente essenziale e non trascurabile della nostra vita. Ciò che mi ha sempre affascinato di questo esercizio, oltre al suo rapporto con il tempo, è la possibilità di riscrivere e ricreare il mondo attraverso la costruzione di altre realtà, attingendo anche ai classici che, inevitabilmente, segnano la vita di ogni lettore».
Infatti, gli espedienti narrativi utilizzati nel romanzo, che rimandano alle fiabe e che si servono degli archetipi classici, sono serviti all’autore a raccontare quello che più lo interessava: un modello di mascolinità diverso, capace di scendere a patti con aspetti inediti di sé, e offrire una visione nuova della periferia e dei suoi abitanti. «Volevo rompere dall’interno questi cliché sui maschi e sulla vita di borgata – ha dichiarato Marchioni. In questo romanzo gli uomini sono capaci di tirare fuori l’amore, la tenerezza, la fragilità, i dubbi che li affliggono, piangono e sanno prendersi cura dell’altro: una caratterizzazione della mascolinità, questa, che non è affatto contraria al principio di resistenza. Allo stesso tempo, ho voluto raccontare un altro lato delle borgate che rappresentano, sì, un luogo di confine ma anche di protezione e di crescita. Qui la comunità è capace di sostituirsi alle figure genitoriali prendendosi cura dell’altro e cercando di rimediare e compensare alle mancanze che più o meno consapevolmente i genitori commettono».
Tre notti è un romanzo che offre nuove narrazioni allo scopo di bandire alcuni stereotipi. È un romanzo sulla perdita, sull’assenza, sulla paternità ma anche il viaggio di chi si salva grazie ad incontri speciali che aiutano a fare i conti con la parte più profonda di sé e con la propria storia.