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Luigi Minnicelli, il carbonaro rossanese votato alla ricerca della libertà

3 minuti di lettura

Ecco la prima parte della biografia di Luigi Minnicelli  (Rossano Calabro (CS), 13 agosto 1827–27 novembre 1903), dal titolo "Il carbonaro rossanese votato alla ricerca della libertà e a sfidare il pericolo per conseguirla".

Nacque da Gennaro e Maria Giuseppa Pirillo, una famiglia di modeste condizioni sociali ed economiche trascorrendo la sua giovinezza a Rossano. Non era un notabile, quindi, né un intellettuale, né un politico, ma un popolano, un operaio (A. Minnicelli) «che trovatosi a combattere per la patria, fece egregiamente il suo dovere; poi, umile e rassegnato, rientrò nell’ombra da cui per poco era uscito» (Camardella).

Della sua istruzione e della sua formazione si conosce ben poco. Tenendo conto di quanto riportato dal Gradilone era quasi analfabeta. Informazione attestata in seguito dal periodico rossanese «Gioventù Calabrese», nel quale viene riportato il ricordo rappresentato da Francesco Graziani in occasione della morte, come poco si sa perfino dei suoi affetti familiari. Sappiamo che si sposò poco prima del suo imbarco nell’impresa dei Mille e che per farsi avvalorare fece finta di essere celibe. Non si esclude tuttavia che in precedenza abbia avuto una prima moglie o una compagna anche a Rossano. Conosciamo, inoltre, che con la seconda moglie, una signora di Genova di cui però non esiste testimonianza del nome e cognome, ebbe dei figli, i quali, secondo quanto riportato ancora da «Gioventù Calabrese», non parteciparono ai suoi funerali essendo allora lontani da Rossano, «a Genova, nella città Ligure, da cui il prode Luigi fremente di amor patrio si imbarcò nel ’60 per la gloriosa spedizione».

Il Minnicelli iniziò a lavorare seguendo gli insegnamenti paterni come salariato alle dipendenze dei Toscano, una delle più influenti e autorevoli famiglie del patriziato rossanese, nella cui abitazione soffiavano già da tempo idee illuministe e risorgimentali. Di quanto riportato se ne ha dimostrazione dagli scritti dello storico rossanese A. Gradilone che, al riguardo, scriveva: «Umilissima gente che, come avveniva allora per altra dello stesso ceto, vissuta all’ombra delle grandi casate per servizi resi e benefici ottenuti, lavorava alle dipendenze della famiglia Toscano. Luigi ne seguì la sorte, e dei due Toscano Saverio e Gaetano come del loro amico e parente, Domenico Palopoli, seguì parimenti la sorte, più da amico che da servitore, nelle vicissitudini politiche e militari del tempo».

La sua presenza e permanenza in casa Toscano contribuì a promuovere in lui sentimenti e convinzioni patriottiche, risorgimentali e illuministiche, tanto che nel 1848 seguì i fratelli Toscano, che si contrapponevano alle truppe borboniche, nei pressi di Campotenese dando il suo personale apporto alla causa risorgimentale combattendo il nemico con fervore e passione nei pressi di Mormanno, insieme ad altri numerosi volontari capitanati dallo stesso Toscano.

La rivoluzione lo trascinò coinvolgendolo totalmente. Ancora ventenne, prese parte, attivamente, alle diverse riunioni carbonare promosse dai Toscano e a quelle del Comitato Rivoluzionario Calabro-Siculo fondato da Saverio Toscano, nel quale si annoverano i nomi di Domenico Mauro, Francesco Crispi, del barone Marsico e di Francesco Sprovieri.
Fu esule insieme a Gaetano e Saverio Toscano, Antonio Morici e Domenico Palopoli partecipanti agli ultimi e ormai inconsistenti e vani tentativi di resistenza, epilogo dell’avventura della rivoluzione calabrese del 1848 ispirata alle straordinarie esperienze e imprese che avevano animato in precedenza gli ideali della Repubblica Napoletana del 1799, i moti di indipendenza italiana del 1820-21 e i tentativi insurrezionali scoppiati a Cosenza nel 1844, circostanza nella quale poi nel Vallone di Rovito il 24 luglio persero la vita i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera. Episodio che esasperò gli animi dei Toscano e di molti altri patrioti compreso il Minnicelli ormai completamente votato alla ricerca della libertà e a sfidare il pericolo per conseguirla.

Conclusasi amaramente l’esperienza rivoluzionaria calabrese, Luigi Minnicelli, ricercato dalle Guardie borboniche, cercò di sfuggire alla cattura seguendo i Fratelli Toscano a Firenze. In esilio, continuò a rimanere alle loro dipendenze fino al 1860. Frattanto, in Liguria erano frenetici i preparativi per la spedizione dei Mille alla quale aderirono Gaetano e Saverio Toscano considerato quanto si erano prodigati nei moti rivoluzionari del 1848. Purtroppo le precarie condizioni di salute di Saverio ne impedirono la partecipazione non solo a lui ma anche al fratello Gaetano costretto dalla circostanza a curarlo, per cui in rappresentanza e con il loro gradimento venne sollecitato a partecipare Luigi Minnicelli, che così si arruolò come volontario per prendere parte alla eroica impresa dei Mille di Garibaldi della quale fu protagonista negli anni del riscatto e dell’Unità. (continua)

Bibliografia
▪ Franco Emilio Carlino, in Dizionario biografico della Calabria contemporanea, a cura di Pantaleone Sergi, ICSAIC 2022 – 5, [https://www.icsaicstoria.it/minnicelli-luigi/];   
▪ Francesco Mordenti, Saverio dei Baroni Toscano-Mandatoriccio. Cenni storici e biografici, Tipografia della Camera dei Deputati, Roma 1883, p. 14;
▪ Francesco Graziani, Luigi Minnicelli, «Gioventù calabrese» (Rossano), gennaio 1904 in (http://anticabibliotecacoriglianorossano.it/wp-content/uploads/2021/02/);
▪ Pietro Camardella, I Calabresi della spedizione dei Mille: monografia storica illustrata, Officine Grafiche, Ortona a Mare 1910 (poi Accademia Cosentina, Cosenza 1976);
▪ Alfredo Gradilone Storia di Rossano, Editrice Mit, II ed., Cosenza 1967, pp. 794-795;
▪ Francesco. Gallo, I grandi medici calabresi da Alcmeone a Dulbecco, Imprimitur, Padova 2013, p.
145;
▪ Amerigo Minnicelli, La parte di Luigi Minnicelli nell’impresa dei Mille, Palazzo Rizzuti, Università
Popolare, Rossano 11 ottobre 2003;
▪ Franco Emilio Carlino, L’Università Popolare di Rossano – Le Opere e i Giorni (1979-2014), Università “Ida Montalti Sapia” Rossano febbraio 2015, p. 175;
▪ Franco Emilio Carlino, Mandatoriccio Storia di un Feudo, Imago Artis, Rossano 2016, pp. 168, Minnicelli, Luigi | https://www.icsaicstoria.it/minnicelli-luigi/
▪ Franco Emilio Carlino, I Toscano Patrizi Rossanesi – Storia, genealogia e feudalità, Pellegrini, Cosenza 2020, pp. 189, 208-210, 211n, 213.
▪ Archivio Privato Minnicelli per la concessione della foto;

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica