Megaliti misteriosi: alla scoperta dei Giganti di Pietra dell'Incavallicata di Campana
Oggi vi parleremo di due megaliti le cui origini restano avvolte nel mistero. Se da un lato sono ritenuti frutto dell'ingegno umano, è altresì possibile che siano stati modellati dagli agenti atmosferici nel corso dei secoli
Torniamo a viaggiare tra le meraviglie della Calabria del nord-est grazie alla rubrica che per tutta l’estate, ogni domenica, ci porterà alla scoperta dei Marcatori Identitari Distintivi presenti sul nostro territorio. Questa settimana vi racconteremo uno dei siti più misteriosi e affascinanti del nostro territorio: i Giganti di Pietra di Campana.
Monumento che negli anni ha attirato l'attenzione di molti studiosi e televisioni nazionali, i Giganti di Pietra di Campana sono due enormi sculture realizzate in pietra locale che si trovano in località Incavallicata. Le statue, riscoperte da pochi anni, erano già note in passato, come riportato in uno scritto del '600 il vescovo Francesco Marino, il quale definisce una delle sculture "il gran colosso caduto al suolo a causa dei terremoti" e in una Mappa della Calabria del 1603, dove Incavallicata è definita il "Cozzo dei Giganti". Del Gran Colosso oggi resta poco più del basamento dalla forma indefinita, mentre è ben definita la statua dell'Elefante di Pietra. In molti hanno cercato di trovare una risposta riguardo la creazione dei megaliti situati a poca distanza dal centro abitato di Campana e molte sono le ipotesi sulla loro origine, anche se attualmente non è stata data una risposta certa, ed è ancora in fase di studio la datazione e la natura delle statue. Una delle principali teorie afferma che le due statue siano state realizzate al tempo della venuta in Italia di Pirro, che fu il primo a portare gli elefanti in Calabria. Un’altra sostiene che le statue siano delle sculture preistoriche e che la statua dell'elefante ritrae un elephas antiquus, pachiderma vissuto verso la fine del pleistocene anche nel sud Italia, come attestano i ritrovamenti effettuati nell'area del Pollino nel Comune di Rotonda*.
Alti 5 e 7 metri, i due giganti di Campana potrebbero rappresentare – se le ipotesi venissero confermate - il caso archeologico più antico al mondo. Un mistero che affonda le radici nel Neolitico e suggerirebbe l’eclatante scoperta dei primi scultori del continente. Dietro ai megaliti di arenaria raffiguranti l’elefante dalle lunghe zanne cavalcato da un uomo e il Ciclope o Guerriero seduto in trono potrebbe esserci la straordinaria abilità di una civiltà antica, ancora non identificata, capace di modellare la pietra. Le colossali sculture litiche sono comunque uniche e straordinarie e non avrebbero eguali per maestosità. Sulla loro origine e natura sono state espresse tesi diverse. Quella più affascinante, avvalorata anche dal rinvenimento da parte della Sovrintendenza della Calabria nel 2017, sulle sponde del Lago Cecita in Sila, a 20 chilometri in linea d’aria dal sito in questione dell’Incavallicata, il fossile completo (con zanne e corpo intatti) di un Elephas Antiquus (MID/Elephas Antiquus), specie estintasi circa 11.000 anni fa, e di suppellettili di uomini delle caverne rinvenuti nel territorio, è quella dell’architetto Domenico Canino che appunto le fa risalire ai popoli italici della fine del Paleolitico **.
* calabriastraordinaria.it
** Proposta ufficiale di Mappatura dei Marcatori Identitari della Calabria depositata alla Regione Calabria