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Inaugurata con l'ultima fatica di Marco Onnembo la rassegna Estate al Museo

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CORIGLIANO–ROSSANO – «Un testo di fortissimo impatto sociale, che attraverso i suoi personaggi affronta tematiche di prepotente attualità: la violenza di genere, l'identità sessuale, la pedofilia, il matricidio, le lotte razziali nell'America degli anni Settanta, l'incesto familiare, l'omicidio per vendetta. Tematiche che spesso emergono nel segreto del confessionale e che mai vedono il protagonista (il sacerdote Don Carmine Pastore) come giudice severo: nella sua clemenza e comprensione c'è spazio per tutti, c'è ascolto, possibilità di esercitare il libero arbitrio, dialogo. Mai condanna. È decisamente, questa, la forza che l'Autore ha avuto il merito di assegnare all’attore, attraverso una caratterizzazione profonda che non lascia spazio alle banalità, ma diventa spazio di introspezione personale nella quale ciascuno può trovare il proprio io identitario».

Sono, questi, alcuni dei passaggi chiave con i quali l’archeologa ed archeobotanica Donatella Novellis, già assessore alla cultura del comune di Corigliano-Rossano, ha definito "Il metro del dolore", ultimo romanzo di Marco Onnembo, in libreria con Mondadori dallo scorso 21 giugno, stabilmente tra i libri più venduti della settimana, presentato insieme all’autore ed alla professoressa Pina Amarelli nei giorni scorsi nell’auditorium Alessandro Amarelli.

«L’evento – ha sottolineato il comunicatore e lobbista Lenin Montesanto che ha introdotto e coordinato gli interventi, interrogando lo stesso Onnembo – ha inaugurato la 16esima edizione di Estate al Museo, l’ininterrotta rassegna culturale del Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli (aperto nel 2001) avviata nel 2006, 2 anni prima dell’inaugurazione dello stesso Auditorium che da allora – ha ribadito – rappresenta location di prestigio e riferimento indiscusso per la proposta culturale territoriale di qualità, di cui anzi continua ad essere fedele termometro».

Condividendo con l’autore quella che egli ha definito l’inequivocabile chiave di lettura del romanzo, ovvero la solitudine (che lo stesso Onnembo suggerisce come vero male del secolo), per Montesanto Il metro del dolore, radiografando i grandi temi di attualità letti a partire da mezzo secolo fa, è un vero e proprio testo energetico. Non a caso – ha aggiunto – è imperniato quasi plasticamente sulla funzione antropologica, sul ruolo psicologico e sulla prospettiva sociale che il concetto e l’esperienza potremmo dire occidentale del confessionale, al di là di ogni lettura spirituale e religiosa, hanno avuto in passato ed hanno soprattutto nelle dinamiche contemporanee della società liquida (Baumann).

«Chi o cosa è il metro del dolore? Siamo forse noi stessi? È un interrogativo – ha proseguito la Novellis – che Marco Onnembo lascia alla libertà ed alla scoperta del lettore. E a chi appartiene quel dolore? Forse al protagonista, Don Carmine Pastore? O forse a ciascuno di noi?».

«Nel romanzo – ha spiegato in un brillante andirivieni di stimoli con lo stesso Autore e dalla nutrita platea, alternato dalle interpretazioni musicali del medico Paolo Savoia – la scansione del tempo si snoda lungo alcuni decenni: dagli anni sessanta sino ai primi anni del XXI secolo. A scandirlo sono eventi forti, che spesso si identificano con episodi di morte: un suicidio innesca in Carmine la volontà di perseguire la via del sacerdozio; una verità agghiacciante, forse peggiore della morte, lo porterà a ritornare alla sua condizione di laico».

La storia di Carmine (che – ha ironicamente scandito l’Autore – come sacerdote le sbaglia tutte!) è storia di luoghi: di un'appartenenza che viene ad un certo punto quasi rifiutata. È storia di partenza, permanenza, ritorno. È storia animata da figure di donna possenti: e se le nonne e le Perpetue incarnano stereotipi in cui l'uso della parola diventa straordinaria capacità narrativa, diversamente personaggi femminili come Charlotte sono allo stesso tempo testimoni di dolore e rinascita – ha così chiosato la Novellis elogiando lo sforzo documentario, la capacità descrittiva dei luoghi, la caratterizzazione dei personaggi, i registri linguistici, la scrittura che quasi si ricrea, in due parole lo stile elevato di un romanzo le cui parole parlano alla persona, destabilizzandola.

«Tra i drammi della società di oggi – ha detto nel suo intervento don Pino Straface, vicario generale della Diocesi di Corigliano-Rossano – Il metro del dolore di Onnembo mette in rilievo soprattutto la solitudine. Il protagonista del romanzo, un sacerdote dedito interamente all'ascolto della gente, si fa carico del dolore di una umanità che spesso si trova a dover operare scelte difficili, dalle quali dipende il futuro di una vita. Ed egli – ha concluso Straface – senza emettere giudizi, fa appello alla coscienza delle persone, abitando la loro solitudine con una presenza discreta e carica di amore».

Francesco AmanteaLo sviluppo possibile e le occasioni mancate della Calabria. È, questo, il titolo del volume edito da Rubbettino e a cura di Alice Palmer che sarà presentato lunedì 1° agosto, alle ore 18,30 all’Auditorium Alessandro Amarelli. Per il nuovo appuntamento della rassegna Estate al Museo interverranno la presidente Giuseppina Amarelli, Rinaldo Chidichimo della Fondazione Terzo Pilastro, Matteo Marini, docente di politica economica all’Unical, Franco Ernesto Rubino, docente di economia aziendale all’Unical, don Floriano Abramnowicz della Fondazione Francesco Amantea e l’editore Florindo Rubbettino.

(fonte comunicato stampa)

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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