La compagnia calabrese dei Fratelli Carchidi debutta al PimOff di Milano
In scena con lo spettacolo “Amanda. Colei che deve essere amata” e parla di una surreale storia d’amore tra una donna e il suo disturbo, l’acufene, una frequenza sonora udibile solo da chi ne è affetto
MILANO - Il 20 gennaio alle 19:30, al Teatro PimOff di Milano debutta in anteprima il primo lavoro targato Fratelli Carchidi / LaboArt, si chiama “Amanda. Colei che deve essere amata” e parla di una surreale storia d’amore tra una donna e il suo disturbo, il disturbo in questione è l’acufene, una frequenza sonora udibile solo da chi ne è affetto.
Come dentro a un monologo interiore interminabile, il disturbo diventa personaggio e irrompe nel cerchio di solitudine della protagonista che non sa se dargli ascolto oppure no. Il monologo prova a diventare dialogo. Il rapporto che intercorre tra la donna che appare sulla scena e il suo alter-ego Acufene prova a far luce sulle dinamiche che si innescano nei rapporti umani e di conseguenza sui compromessi che si accettano per “sposare” la realtà circostante con tutte le contraddizioni che la abitano.
Amanda è il frutto di un lavoro che ha coinvolto diverse figure professionali e realtà teatrali. Lo spettacolo è ideato e scritto dai Fratelli Carchidi e vede in scena Antonella Carchidi, la regia è stata affidata a Francesco Carchidi e a partecipare alla realizzazione dell’opera hanno partecipato Francesco Aiello e Maria Grazia Teramo, Jacopo Andrea Caruso si è occupato del disegno luci, Remo De Vico si è occupato invece delle musiche.
Un sostegno imprescindibile alla realizzazione dello spettacolo è stato offerto dal Teatro del Carro di Badolato (CZ) e dal PimOff che dal primo momento ha creduto in questo progetto, selezionandolo tra i tre finalisti del Premio PimOff per il Teatro Contemporaneo del 2020.
Lo spettacolo è prodotto dall’associazione LaboArt Tropea: per la prima volta l’associazione fondata nel 2010 che ha sempre prediletto il lavoro sul territorio per favorire l’inclusione delle minoranze, attraverso il teatro e le arti.
Il lavoro sul territorio svolto in questi anni ha permesso a Laboart di creare connessioni e di diventare un punto di riferimento per tante persone nella zona. Questi anni sono stati per l’associazione una palestra. Una palestra di vita per gli incontri speciali fatti e una palestra per imparare a far bene il mestiere, grazie alle esperienze accumulate negli anni.
«Questi anni - si legge nella nota stampa - sono stati utili a far maturare le linee estetiche che la compagnia ha deciso di seguire. LaboArt inaugura quindi con il debutto di Amanda un altro percorso possibile per la sua crescita, il percorso di compagnia, nonostante gli ultimi anni di pandemia abbiano messo a repentaglio l’esistenza stessa dell’associazione. Per questo siamo ancor più fieri di aver appoggiato e aspettato il fiorire del progetto Amanda, che permette a LaboArt di aprire ancora un’altra pagina della sua storia. Un’altra pagina di mille altre pagine ancora».