Alla ricerca di luoghi incantevoli lungo la costa ionica: l'insediamento rupestre di Castellaneta
Sulle tracce della memoria in uno degli angoli più belli del Meridione, in Puglia, nelle gravine di località Minerva dove la Soprintendenza di Taranto ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere la storia di tutto il territorio ionico
CASTELLANETA - Continua la fase di ricerca dell'associazione Amici delle Gravine di Castellaneta, che ha portato ad individuare un inedito insediamento, mai esplorato dagli storici locali, ben articolato su pareti ripide e su diversi livelli, nascosto da una vegetazione rigogliosa. Diverse sono le cavità scavate nella tenera calcarenite collegate da scalette artificiali luogo il bordo delle gravine nella zona di Minerva tra i territori di Castellaneta e Palagianello, nella confluenza della Gravina Grande e la gravina di Santo Stefano.
Fondamentale la collaborazione con il Gruppo Gasp (Gruppo Archeologico Speleologico Pugliese) della sezione Cai di Gioia del Colle.
«Eccoci giunti ad inserire un nuovo tassello alla storia territoriale di Castellaneta - svela l'archeologa Antonella Cassano - a seguito di numerosi sopralluoghi effettuati in questi mesi. Siamo in località Minerva, una zona caratterizzata da un'importante insediamento archeologico e nel pomeriggio del 03 giugno 2021, grazie alla visita dell'Ispettore archeologo funzionario della Soprintendenza di Taranto, Roberto Rotondo, è stato effettuato un importante sopralluogo in un ambiente "inedito". Si tratta - precisa - di un insediamento rupestre ma che permetterà di poter avere una visione ancora più ampia della storia castellanetana.
«Tutto ciò - aggiunge - è stato avallato dalla conferma del funzionario il quale è rimasto stupefatto di questo importante insediamento caratterizzato dalle diverse fattezze che contraddistinguono gli insediamenti rupestri conservando ancora tracce ben evidenti di quello che era la sua funzionalità ed aspetti legati anche alla religiosità. Da sottolineare anche le caratteristiche ambientali del luogo, che hanno favorito nel tempo un suo continuo utilizzo; a partire dal pianoro, ove ci sono le prime attestazioni di frequentazione antropica risalenti all'età del bronzo, per poi arrivare attraverso un lungo arco di tempo sino all'età medievale dove l'anfratto della gravina ha costituito un riparo naturale per poterci abitare. D'altronde anche la costante presenza dell'acqua in quel luogo ne ha costituito una fonte di vita particolarmente importante».
A breve seguiranno ulteriori dettagli relativamente a questo importante insediamento che stravolge appunto le nostre conoscenze a livello locale.