Parco archeologico di Sibari, incendiata una baracca
È la seconda volta in poco più di un mese che le fiamme arrivano a lambire l’area archeologica. Sono in corso le indagini. Si sospetta la matrice dolosa
CASSANO JONIO - «Nel pomeriggio di ieri ha “preso fuoco” una vecchia baracca di proprietà del Parco di Sibari nei pressi dell’area detta “Prolungamento Strada”, lungo la SS 106 radd, di fronte al Parco del Cavallo. Si tratta di un manufatto realizzato alla fine degli anni ’90, che avrebbe dovuto ospitare il personale di vigilanza durante l’apertura al pubblico delle aree di Casabianca e, appunto, di Prolungamento Strada, apertura che in realtà ha avuto luogo solo episodicamente nel corso degli anni. La baracca non è quindi mai entrata in funzione e, come più volte segnalato, era diventata da anni luogo di esercizio della prostituzione».
È quanto si apprende da un post pubblicato sulla pagina Facebook del Parco archeologico di Sibari che così continua: «L’incendio non si è esteso ai campi circostanti per due motivi: le operazioni di manutenzione straordinaria del sito hanno previsto il taglio e l’eliminazione di sterpi ed erbacce che infestavano l’area, togliendo ogni possibile alimento alle fiamme; l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato pronto ed efficace. La baracca sarebbe stata smontata nella seconda fase delle manutenzioni, durante le quali è prevista anche la riparazione degli impianti drenanti e delle pompe dell’area archeologica (per potervi procedere è necessario prima mettere in sicurezza la zona e eseguire attente diagnosi degli impianti stessi)».
«L'area, - viene spiegato nel post - spiace ricordarlo, appena ripulita era stata immediatamente di nuovo oggetto di abbandono di rifiuti da parte di ignoti. È la seconda volta in poco più di un mese che le fiamme arrivano a lambire il Parco di Sibari: all’alba del 14 luglio un incendio appiccato alle sterpaglie dei campi confinanti con l’area archeologica si è esteso al parcheggio di Parco del Cavallo, distruggendo un intero filare di bellissimi pini senza fortunatamente causare altri danni. Anche lì il peggio si è evitato grazie all’eliminazione delle sterpaglie ed alla manutenzione straordinaria effettuate per tempo».
«In quell’occasione fu sporta una denuncia contro ignoti, attendiamo il risultato delle indagini. Se è altamente improbabile che un fenomeno di autocombustione possa avvenire alle 6 del mattino in un campo di erba secca riteniamo sia assolutamente impossibile esso possa riguardare delle strutture di legno, cartongesso e metallo, appena ripulite e isolate da cordoli di cemento. Riteniamo quindi completamente superfluo ogni ulteriore commento» concludono.