Come le guardie mediche delle stazioni turistiche: in Pronto soccorso sono rimasti un medico e un infermiere
Dopo il congedo per malattia di 10 infermieri (se n'è aggiunto un altro stamattina) e il riposo per ferie di altri due, il personale del punto di primo intervento dell'ospedale spoke "Giannettasio" è ridotto al lumicino. Nel silenzio di tutti.
CORIGLIANO-ROSSANO - Poco più di una stazione medica di un'isola sperduta del mare Egeo. A questo è ridotto oggi il Pronto soccorso dell'ospedale spoke "Giannettasio" di Rossano dopo quella che appare una vera e propria azione di ammutinamento da parte del personale paramedico.
Lo avevamo annunciato nell'edizione di ieri (leggi qui la notizia), che si sarebbero potuti registrare gravi disagi nell'erogazione dei servizi del reparto di primo intervento. E, infatti, dei 4 infermieri che dovrebbero coprire i turni di lavoro, in servizio da stamattina ce n'è soltanto uno. Del resto sui 20 paramedici che l'unità operativa ha in organico ne sono operativi soltanto 8: pochissimi per riuscire a dare una risposta efficiente all'utenza.
A questo, purtroppo, è ridotto il servizio sanitario pubblico nella Sibaritide. Dove l'ospedale principale del territorio continua a vivere profondi disservizi e defezioni. Mentre ci sono cittadini - stanchi di questa situazione incresciosa - che minacciano esposti in Procura affinché venga tutelato il loro diritto alla salute. Che oggi, a dire il vero, non viene per nulla riconosciuto ad una popolazione che vive da anni i drammi dei tagli, delle depauperazioni e delle cosiddette razionalizzazioni: vere e proprie rapine ai danni dei cittadini.
Il vero dramma è che quanto sta accadendo in queste ultime settimane trova inermi tutti: dal managemente aziendale a quello ospedaliero. Perché?