Campana piange la sua prima vittima da Coronavirus
L’anziana donna era ospite della RSA nella quale si era propagato il focolaio registrato i giorni scorsi
CAMPANA – il piccolo paese dell’entroterra cosentino piange la sua prima vittima malata di Covid-19. L’anziana donna di 82 anni aveva contratto il famigerato virus proprio perché ospite dell’RSA Rizzo dove, nei giorni scorsi, era stato registrato un focolaio che aveva portato a 18 il numero di contagiati sul territorio di Campana.
In seguito alle complicazioni, che erano emerse nella giornata di sabato, era stata richiesta una ambulanza per trasferire l’anziana a Cosenza. Purtroppo la prima ambulanza, giunta sul posto verso le ore 9, era sprovvista di medico e, pertanto, non ha potuto prendere in carico il caso. Solo dopo altre due ore di attesa, sopraggiunta una seconda ambulanza, la donna è stata trasferita al Pronto Soccorso della struttura ospedaliera dell’Annunziata di Cosenza. Qui è morta alle ore 22, mentre attendeva il ricovero nel reparto di Geriatria, nella sezione dedicata ai pazienti positivi, dell’Ospedale cosentino.
Tutta la comunità si stringe attorno alla famiglia della vittima. Per la donna, così come previsto per tutte le vittime Covid-19, non sono stati celebrati i funerali, ma solo una messa commemorativa. Ennesima dolore che si aggiunge al dolore. Non solo non è possibile stare accanto ai propri cari nell’ora più buia della loro vita, ma questo virus toglie anche la possibilità di salutare e accompagnare la salma nel suo ultimo viaggio Terreno.
Accorgersi che dietro quei “numeri” ascoltati ai TG nazionali o letti sui diversi giornali si nascondono mamme, padri, nonni, fratelli o sorelle o comunque persone a noi conosciute forse ci aiuta a comprendere ancora meglio la gravità della situazione.
Le cose potevano andare diversamente? Forse. Se solo fosse stato attivo l’ospedale Civile di Cariati Vittorio Cosentino, che dista che dista meno di 30 chilometri dal comune di Campana, la donna non avrebbe dovuto affrontare più 100 chilometri per arrivare all’Annunziata di Cosenza. Ma con i “forse” non si cambia la realtà. La realtà è che l’Ospedale di Cariati ad oggi resta chiuso, così come altri 17 su tutto il territorio regionale. La realtà è che esistono decine di paesini dell’entroterra calabrese che rischiano di non avere prestazioni sanitarie adeguate perché troppo distanti dai nosocomi attivi. La realtà è che le cose in Calabria devono cambiare.