Covid-19, diventeremo davvero (se non lo siamo già!) 'u paisi ri ciucci?
Otto Torri sullo Jonio evidenzia il "vuoto di scuola" che c'è nelle decisioni che sta assumendo il governo per la fase post-covid: «La scuola è la grande assente»
La scuola... quella sconosciuta. Sono trascorsi ormai due mesi e mezzo da quando si sono chiusi gli stipiti e le porte delle aule e gli studenti hanno detto "arrivederci" alle quattro mura dei loro istituti. Quando ci ritorneranno? Questo ancora nessuno lo sa. La ministra alla Scuola Azzolina, non più tardi di qualche giorno fa, ha detto che a settembre i ragazzi saranno tutti a scuola... forse. Tutto dipenderà dal Covid-19. Perché già prima di dire "settembre" il capo del dicastero dell'istruzione (quello che in Italia fino a qualche decennio fa ha tracciato la storia repubblicana, e non solo quella repubblica, del nostro paese) aveva detto maggio e - ancora prima - aprile. Fatto sta che continuiamo a rincorrere (giustamente) il coronavirus ma a pensare poco alle prospettive post coronavirus.
Sicuramente la scuola è uno degli ambiti marginali di questa fase di emergenza. Un neo che non è sfuggito all'associazione 8 Torri sullo Jonio che sullo stato di "paralisi scolastica" ha posto un'elisione evidenziamo le gravi omissioni, a tal riguardo, del Governo.
«La scuola - precisa 8TJ - è la grande assente dal dibattito sul post-Covid. A differenza del Primo Ministro francese che ha indicato nella Scuola la priorità n.1 della Fase2 ricordando che la République (laica e sociale per Costituzione) non può abdicare alla sua funzione di educatrice civile, il presidente italiano Conte non ne ha parlato nel suo discorso alla Nazione di domenica sera (26 aprile), se non su domanda di una giornalista e per annunciare la stabilizzazione dei precari! Un vuoto così assordante - evidenziano dall'associazione - da spingere il Presidente Mattarella ad un inedito appello agli studenti nel TG1 del giorno dopo (lunedì 27 aprile). "La Scuola riaprirà a Settembre!" Dice entusiasta la Ministra Azzolina. Dando per inteso che il 2020 sarà una sorta di anno sabbatico. Chi ha voglia e chi può si barcamena tra lezioni su Zoom ed autodidattica. Ma di fondo resta la certezza di averla “svangata”! Poche le voci (tra queste un articolo di Galli Della Loggia che si può leggere cliccando qui) che provano a scuotere la coscienza civile del Paese in un sussulto di dignità. Tutti promossi e tutti felici, nel paese dei ciucci al Governo, chiosando con il titolo di una canzone (u paisi di ciucci) di uno noto cantautore calabrese».