di ROSSELLA MOLINARI Un'occasione unica e irripetibile per tutto il territorio. Un “dono” che ora si dovrà dimostrare di aver meritato facendolo fruttare al meglio. “Preservare per accrescere” come ha detto
monsignor Giuseppe Satriano, quale migliore forma di custodia di un bene prezioso oggi patrimonio dell'umanità. Il riconoscimento ottenuto dal
Codex Purpureus Rossanensis, iscritto nel registro della
“Memory of the World” dell'Unesco, è un treno che non si può e non si deve perdere. E se dopo “tante ruberie” come ama dire il sindaco
Giuseppe Antoniotti, oggi siamo di fronte ad un “regalo” che apre straordinarie opportunità, l'imperativo categorico è quello di sfruttarlo degnamente. E stavolta non sono concesse scusanti di alcun genere, nemmeno quella della carenza di risorse economiche. Adesso bisogna investire sul serio. E se ci si dovesse rendere conto di non potercela fare, si apra anche ai privati eventualmente. L'importante è che questa occasione non venga sprecata. La città, e con essa il territorio tutto, non se lo possono permettere. Ben vengano le iniziative, già annunciate dal sindaco Antoniotti nel corso della conferenza stampa di mercoledì nella sede arcivescovile, relative agli interventi già pianificati per rendere la città, e il centro storico in particolare, più accogliente. Ben venga la volontà di implementare i servizi e di creare una rete efficiente, coinvolgendo anche imprenditori e commercianti, in grado di soddisfare i turisti. Bisogna essere pronti, ma bisogna anche, come ribadito sia dall'Arcivescovo sia dal sindaco, essere in grado di intercettare i grandi flussi turistici. I numeri attuali, che si aggirano tra i 10mila e i 12mila visitatori annui al Museo diocesano, dovranno lievitare. Si ha l'impressione, a tal proposito, che forse la Chiesa abbia già le idee più chiare. E in questo è azzeccata la scelta di dar vita ad un
Comitato d'onore con valore scientifico attraverso il quale “intercettare presenze di alto profilo – ha spiegato monsignor Satriano – che ci aiutino a progettare e a stimolare gli organi preposti”. C'è bisogno di lungimiranza, come ha giustamente osservato il presule, anche per dare nuovo impulso agli studi sullo stesso Codex, che si inserisce in un contesto artistico, religioso e culturale ben più ampio. L'Amministrazione comunale, dal canto suo, è pronta a dare il massimo in termini di contributo alle iniziative in itinere e in totale sinergia con la Chiesa, ma il sindaco Antoniotti mette le mani avanti: “Dobbiamo comunque fare i conti con i fondi a disposizione, cercheremo di coinvolgere anche gli enti sovracomunali”. Bene la collaborazione, ma ognuno faccia fino in fondo la propria parte, considerato che su questa opportunità straordinaria “tutti – ha detto monsignor Satriano – siamo chiamati a misurarci”. L'azione di rilancio deve partire da Rossano, basta con le deleghe per la valorizzazione del nostro patrimonio, ma ben vengano i suggerimenti. Anche dall'esterno, anche da qualche aneddoto raccontato quasi per caso che potrebbe tuttavia nascondere preziosi spunti. In questi casi copiare non è sinonimo di plagio, ma semplice volontà di adottare strategie già rivelatesi vincenti per il bene della città. Che il percorso abbia inizio dunque, senza mai dimenticare il giusto monito dell'Arcivescovo: “Non porre attenzione a questa opportunità significherebbe tradire il territorio”.