«I quattro parlamentari Cinquestelle, Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela dopo le ‘’scuse’’ per dichiarato fallimento del loro operare nei confronti della Calabria , dovrebbero dimostrare che quelle ‘’scuse’’, siano quantomeno sinceri». È quanto afferma l’ex candidato al primo Consiglio comunale del nuovo Comune Corigliano-Rossano, Giovanni Antoniotti, secondo il quale la prossima, vicina, occasione potrebbe essere data loro dal dibattito parlamentare su quello che ora, con enfasi di Pd e Cinquestelle, viene chiamato "decreto ripresa". Dovrebbero, cioè, dimostrare ai propri elettori di non ritornare nelle proprie sedi, in Calabria, ancora una volta "con le pive nel sacco". «Suggerisco loro, pertanto, che si diano da fare – sottolinea Antoniotti - su quattro questioni che possono rientrare nel decreto suddetto, non diciamo in fase di travagliata elaborazione, ma in quella di ‘’ratifica’’ parlamentare. Si tratta, aldila’ della proposta di ‘No tax’ estesa alla Calabria che avrebbe bisogno di una sorta di legge speciale e quindi di tempi lunghi, di: ottenere la fine del commissariamento nella sanita' ed il consolidamento del debito; avere garanzie certe sulle percentuali di riparto delle risorse del ‘’Fondo sviluppo e coesione’’ e che attualmente prevedono l'80% destinato alle regioni del Mezzogiorno e il 20% destinato alle regioni del Centro-Nord. Certezze anche sulla regola del 34% nell’ assegnazione degli stanziamenti statali ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento; l'avvio operativo della Zes,(Zona economica Speciale)». «La Zes è altra cosa rispetto al "credito d'imposta" alle Pmi (un ''atto dovuto'') di cui parla la legge di bilancio: è creare zone di sviluppo industriale incentivando nuovi investimenti con regimi fiscali speciali, attraverso semplificazione burocratica e amministrativa. I vantaggi e le agevolazioni sono diretti alle imprese già esistenti, ma anche a quelle nuove che si insedieranno nell’area e che avvieranno un programma di investimenti. Quanto alla governance del Porto di Gioia Tauro, si tratta di ‘’correggere’’ il provvedimento che ha preteso di inserire dentro tale ‘’governance’’ il porto di Messina. 4) La definitiva soluzione del travagliato ampliamento dell’arteria stradale 106 . Basterebbe ottenere dal governo – conclude Antoniotti - risposte certe, magari con appositi emendamenti al decreto suddetto perche’, forse, quelle scuse potrebbero avere un senso. Come ottenere una risposta concreta e positiva alle sollecitazioni che i parlamentari Cinquestelle del nostro territorio dicono di aver rivolto al Ministro Bonafede, sul Tribunale ‘’scippato’’ al nostro territorio. Altrimenti non resta loro che dimettersi».