di SAMANTHA TARANTINO Quando si ha in mano una risorsa e non si sfrutta è davvero un peccato. È il caso del
sito archeologico di Castiglione di Paludi, che è un po’ come la bella di Torriglia: tutti la vogliono e nessuno se la piglia. Battute a parte, la situazione per questo fortilizio militare, simbolo del fiero popolo italico dei Brettii, è davvero al limite del paradosso. Il sito è destinatario di un
finanziamento regionale di € 500.000 per il "Completamento e conseguimento della piena funzionalità e fruibilità" nell'ambito dei "
Grandi attrattori della Magna Grecia". Tuttavia dato che la gara d’appalto è stata indetta con ritardo e che i lavori stanno interessando soprattutto l'esterno, oltre a lavori di valorizzazione e messa in sicurezza della porta est, del teatro, dell'abitato e del muro, si esprime molta preoccupazione sul fatto che contemporaneamente andrebbero eseguiti i lavori per l'accessibilità e la sicurezza del sito (percorsi di visita, antiquarium e segnaletica) e fornitura e messa in opera di 9 pannelli didattici, che riguardano il centro culturale polifunzionale posizionato nel paese e cioè la fornitura ed il montaggio degli arredi per l'allestimento degli spazi (info point, biglietteria/book shop, sala proiezione, laboratorio didattico). Il completamento dei lavori, è bene ricordarlo, è previsto il 31 dicembre 2015 e con buona probabilità si finirà per buttare al vento anche quest’altra possibilità di valorizzazione del sito. Tutta la preoccupazione per questo stato di stallo è espresso da chi su Castiglione di Paludi ha riposto la speranza di una vera rinascita del luogo. Palmino Maierù, l’instancabile appassionato di storia del territorio ha chiesto più volte lumi all’amministrazione comunale che però ancora non ha dato risposte. Eppure nei mesi scorsi si era respirata un’aria di rinnovamento, con le riproposizioni storiche in costume e una serie di iniziative che fecero prendere una sana boccata d’ossigeno. I lavori dovranno essere ultimati nel tempo giusto e occorrerebbe fare in modo che i fari su Castiglione non dovrebbero spegnersi mai, bisognerebbe parlarne sempre in tutte le occasioni. Ad esempio perché non approfittarne in questi giorni, in cui a Paestum è in corso la XVIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, un evento unico, un salone espositivo tra i più importanti al mondo del patrimonio archeologico, con una mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali. Anche la Calabria metterà in mostra il proprio patrimonio storico culturale e sarà la prima uscita ufficiale dei 4 neodirettori dei musei archeologici a gestione autonoma del Sud Italia. Sarebbe un’occasione porre magari qualche domanda agli esperti sullo stato in cui nuovamente è caduto il sito brettio. Quante iniziative si potrebbero fare su un sito che presenta così tante potenzialità. Sono pochi in effetti gli insediamenti militari e abitativi che il tempo ha conservato così completi. Un luogo storico occorre viverlo continuamente e non una tantum, perché altrimenti l’incuria prende il sopravvento ed il disinteresse continua a regnare. Perché non farlo diventare come il parco archeologico della Roccelletta di Borgia, un luogo in cui, accanto alle testimonianze del passato si affiancano la contemporaneità di mostre e kermesse teatrali. E perché no potrebbe diventare location ideale per ospitare concerti di musica contemporanea, sull’esempio del nuovo Museo egizio di Torino. E chissà un giorno anche le testimonianze brettie saranno visibili in 3D come quella di Firenze e gli Uffizi in 3D/4K. Sognare in grande non fa mai male.