Caos ticket sanitari dell'Asp di Cosenza, Colamaria (UdiCon): «Irresponsabile scaricare gli errori sui cittadini»
Il presidente provinciale della nota associazione di consumatori denuncia: «Questi errori rischiano di minare ulteriormente la fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie»
CORIGLIANO-ROSSANO – Un'ondata di lettere in cui si chiede il pagamento per prestazioni sanitarie del 2015 sta generando smarrimento e rabbia tra i cittadini della provincia di Cosenza. La notizia (ne avevamo parlato qui) sta circolando ormai da giorni: sono comunicazioni confuse, spesso incomplete, indirizzate perfino a chi gode di regolare esenzione per invalidità o a persone che, dopo tanto tempo, non dispongono più di documentazione utile a dimostrare la propria posizione.
Ad unirsi al coro di denunce, è Ferruccio Colamaria, presidente provinciale dell’Unione Difesa Consumatori (UDiCon). «Riteniamo inaccettabile – ha dichiarato Colamaria – che l’Azienda sanitaria stia scaricando sui cittadini responsabilità e irregolarità amministrative di cui non possono farsi carico. È assurdo che, dopo dieci anni, ci si ritrovi improvvisamente debitori per importi di cui non si ha memoria, senza alcuna verifica preventiva o comunicazione trasparente».
«Molte delle richieste inviate riportano codici incompleti, assenza di riferimenti temporali precisi e importi non giustificati. In alcuni casi, gli avvisi sono arrivati anche a eredi di persone decedute o a utenti esenti dal pagamento. Una situazione che, secondo l’Unione per la Difesa dei Consumatori, rischia di minare ulteriormente la fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie. L’associazione invita tutti i cittadini che hanno ricevuto le comunicazioni dall’ASP a non procedere al pagamento prima di una verifica accurata. Gli sportelli UDiCon sono a disposizione per controllare la legittimità delle richieste e, qualora risultino indebite, avviare ricorsi o contenziosi formali per difendere i diritti dei cittadini».
«Il nostro compito – conclude Colamaria – è tutelare i cittadini e ristabilire chiarezza. Le istituzioni devono assumersi la responsabilità di garantire trasparenza, comunicazione e correttezza amministrativa. Alimentare il panico non è solo sbagliato: è dannoso per la fiducia e per il rapporto tra sanità pubblica e comunità».