Violenza sulle donne, Madeo (PD): «Occorre una rivoluzione culturale: le scuole la vera culla del cambiamento»
La Consigliera Regionale e Presidente dle Consiglio comunale di Corigliano Rossano invita ad insistere sulla prevenzione e mettere in condizioni le donne di denunciare e fare luce sul sommerso
CATANZARO - «In Calabria, come nel resto del Meridione, la violenza sulle donne viene perpetrata soprattutto tra le mura domestiche. È proprio chi dice di amarci, di volerci bene, a compiere violenza fisica ma anche psicologica minando l'incolumità e la sicurezza delle donne. A chi spesso si chiede se oggi, ai tempi dell'Intelligenza artificiale, c'è ancora bisogno di una giornata internazionale che stigmatizzi la violenza, inviti a parlarne, ad accendere i riflettori sul tema, e a creare dibattito rispondo, con rammarico, che non solo c'è bisogno: c'è una vera e propria urgenza.
La fotografia restituita dall'Istat mostra che nel Mezzogiorno la violenza domestica è più diffusa della media nazionale, la violenza dagli ex partner è in crescita rispetto al passato e la violenza psicologica è più pervasiva. Qui, il contesto sociale ed economico amplifica la difficoltà ad uscire dagli abusi.
Difronte a questo quadro sostengo con ancora più forza di mettere in atto le quattro P della convenzione di Istanbul: prevenire, proteggere, punire e politiche integrate. Ed è fondamentale che proprio le istituzioni adottino, congiuntamente e in collaborazione con altri comparti come la Sanità, l'Istruzione e la Giustizia, politiche e misure coordinate a tutti i livelli di governo per affrontare il problema in modo sinergico.
Per arginare il fenomeno e abbattere i numeri drammatici di cui la nostra regione è protagonista, è necessario fare rete attorno alle vittime, fare loro sentire tutto il sostegno e la presenza solida e costante delle istituzioni, delle Forze dell'ordine e di tutti gli attori chiamati in campo affinché le vittime si sentano in condizione di fidarsi e di denunciare. Il grande nodo infatti resta il sommerso. Nel Sud solo una minoranza delle vittime denuncia pertanto, alle percentuali importanti che già registriamo, va aggiunto tutto un sottobosco del quale siamo totalmente allo scuro.
In quest'ottica diventa ancora più importante prevenire. E allora occorre insistere sulla sensibilizzazione e formazione delle future generazioni, andare nelle scuole, parlare e riportare al centro un dibattito che, se per alcuni può sembrare acquisito se non superato, i dati a disposizione certificano esattamente il contrario. Dobbiamo essere tutti noi, a vari livelli, a farci promotori di una rivoluzione culturale perché, il vero cambiamento, parte sempre dalla testa».