Sentenza strage rumeni, Broccolo: «Una vergogna. La vita di chi lavora non conta nulla»
Per il portavoce di Unità Popolare si tratta di una sentenza «allucinante»: «Chi ha cuore pianga ancora su queste vite e non dimentichi che se questo accade non è caso a parte»
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo la sentenza di sabato scorso che ha assolto tutti i coinvolti nella strage ferroviaria del 2012, in cui sono morti sei operai rumeni, anche Angelo Broccolo del movimento politico Unità Popolare ha espresso il suo disappunto rispetto all’epilogo della vicenda.
«Sono morte sei persone, sei operai travolti da un treno mentre si recavano al lavoro ma Il fatto non sussiste!» ha dichiarato Broccolo in una nota.
«Sono morti attraversando un binario tredici anni orsono. Già questo – afferma - fa capire come vanno le questioni da queste parti dove passano tredici anni per avere una sentenza sulla morte di sei esseri umani! Per arrivare per giunta ad una conclusione allucinante: nessuno ha colpa per quanto accaduto. Anzi diciamoci le cose come stanno in questo mondo: la colpa è proprio loro che son morti andando al lavoro! Operai e stranieri!».
«Diciamolo chiaro che in questo posto chiamato Italia – prosegue - tre operai al giorno non tornano più a casa! Che la colpa è proprio nell'essere lavoratori e che chiedere diritti, primo tra tutti la sicurezza e dopo la salute, la previdenza, lo studio, son cose vecchie! Ed allora chi ha cuore pianga ancora su queste vite e non dimentichi che se questo accade non è caso a parte».
«È la regola di un mondo – conclude - dove una giustizia disumana scrive di fatto che la vita di chi lavora non conta nulla! È un mondo che va travolto e rovesciato anche in nome di questi sei Eroi del quotidiano caduti per garantire alle loro famiglie una vita migliore!».