Schiavonea, 600 kg di rifiuti raccolti in poche ore: i volontari trasformano una domenica qualunque in un gesto civile
Nel porto a secco ancora una volta cittadini, famiglie e bambini suppliscono ai vuoti di controllo. E l’attivista Martilotti denuncia: «Il porto a secco è un dramma: costoso, inutile e lontano dalla piccola pesca»
ORIGLIANO-ROSSANO – Ci sono domeniche che scorrono tutte uguali e poi ce ne sono altre che diventano un atto di responsabilità collettiva. A Schiavonea, domenica 23 novembre, 16 volontari – tra cui sette bambini – hanno dedicato la mattinata al quarto clean up organizzato da Plastic Free Onlus e dalla referente locale Acheropita Zampelli, in collaborazione con l’associazione “ODV Schiavonea Sant’Angelo – Puliti”, con il patrocinio del Comune di Corigliano-Rossano.
L’operazione ha interessato l’area del porticciolo a secco, uno dei luoghi più critici dal punto di vista ambientale. In poche ore i volontari hanno raccolto circa 600 chilogrammi di rifiuti: bottiglie di vetro, plastica, bicchieri abbandonati, residui sommersi dall’erba e materiali nascosti sotto una pedana in legno ormai deteriorata. L’impegno dei volontari adulti si è rivelato fondamentale grazie all’uso di una carriola e di attrezzi utili a raggiungere i punti più difficili.
Come accaduto già nei precedenti appuntamenti, i più piccoli sono stati i più sensibili e determinati, chiedendo di partecipare a ulteriori iniziative. «Tocca a noi adulti – ricorda Zampelli – dare il buon esempio e costruire un mondo più pulito insieme a loro».
La denuncia di Martilotti: «Il porticciolo è un’opera costosa e poco utile»
La giornata di volontariato riporta però l’attenzione anche sullo stato in cui versa il porto a secco, tema che da mesi, ormai, preoccupa la comunità del borgo e sembra essere del tutto indigesto alla piccola marineria artigianale. A prendere posizione è Mario Martilotti, attivista ambientalista di Schiavonea e tra i fondatori di Schiavonea e Sant’Angelo Puliti, che non usa giri di parole: «Il porticciolo a secco è un vero dramma per la nostra comunità. È un’opera di scarsissimo valore e per nulla utile alla piccola pesca artigianale. È costata moltissimo, quasi 160mila euro, e non riesco a comprendere come dal momento che la struttura vale pochissimo, il legno è scadente e l’intero impianto non è minimamente funzionale alla marineria».
Martilotti aggiunge che l’area, priva di manutenzione e vigilanza, è diventata un punto di ritrovo notturno dove vengono abbandonate decine di bottiglie di vetro. Proprio per questo i volontari chiedono un intervento immediato delle istituzioni: controlli serali delle forze dell’ordine, maggiore attenzione ambientale e l’installazione di adeguati contenitori per il vetro.
E la raccolta di 600 kg di rifiuti in poche ore dimostra,appunto, quanto sia grave la situazione, particolarmente in quel tratto di litorale. Le associazioni ambientaliste e i volontari lavorano senza sosta, ma serve un sistema di prevenzione strutturato. Plastic Free – attiva in oltre 40 Paesi – negli ultimi mesi ha organizzato quattro interventi nel territorio comunale, una raccolta di mozziconi e vari incontri nelle scuole.
L’impegno dei cittadini è costante, ma la richiesta è chiara: l’area del porto a secco ha bisogno di interventi urgenti, continui e istituzionali, per diventare un luogo sicuro e libero dai rifiuti, anziché il simbolo di un degrado che rischia di radicarsi.