Alta velocità, Stasi attacca: «Una tecnocrazia strapagata condanna la Calabria al Medioevo dei trasporti»
L'appello del sindaco di Corigliano-Rossano ai Parlamentari calabresi e alla Regione: «Le infrastrutture strategiche sono un tema che necessitano di coraggio e visione politica. Siamo una terra da collegare e sviluppare, non un lembo di terra da attraversare»
CORIGLIANO-ROSSANO - Da novembre la Commissione Europea ha lanciato un piano ambizioso per accelerare lo sviluppo della rete ferroviaria ad alta velocità in tutta l’Unione Europea. L'obiettivo è quello di creare una rete ben funzionante entro il 2040 per ridurre le emissioni di anidride carbonica, spostando i viaggiatori dagli aerei (a corto raggio) al treno. «L'epoca delle barzellette sull'Alta Velocità è finita con gli ultimi provvedimenti della Comunità Europea» ha commentato il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi.
Il primo cittadino, infatti, sottolinea come l'Alta Velocità sia «il più grande progetto infrastrutturale del secolo» e tagliar fuori la Calabria da questo progetto significa escluderla, nei fatti, dai collegamenti con l'Europa. «Le infrastrutture strategiche sono un tema che necessitano di coraggio e visione politica e la Calabria deve essere una terra da collegare e sviluppare, non un lembo di terra da attraversare».
Il parallelismo tra collegamenti e sviluppo non è casuale. È innegabile che dove arrivano infrastrutture veloci, arrivano anche le opportunità. Accorciando i tempi si modifica profondamente la vita economica e sociale ampliando l’accessibilità a servizi, poli urbani, università, ospedali, aeroporti. Solo così il territorio entra realmente nella rete delle opportunità.
Il nostro territorio è notoriamente assetato di opportunità. Stasi, inoltre, fa anche un esempio virtuoso di un tracciato fatto con cognizione di causa: «Basta guardare il tracciato campano, organizzato e gestito da rappresentanze regionali e parlamentari con visione e sano senso di appartenenza: da Battipaglia si muove verso l'entroterra, fino a Romagnano (meno di 500 abitanti) e poi prosegue fino a Buonabitacolo, garantendo sviluppo alle aree interne, ai poli produttivi, alle comunità sfruttando il corridoio autostradale. È ciò che deve avvenire collegando la valle del Crati, circa 600 mila persone che ruotano tra Ionio e Pollino, utenti del servizio ferroviario pubblico e sostenibile, che oggi prendono il treno a Salerno, l'aereo a Bari o vanno fino a Roma direttamente in auto».
Essenziale, affinché questo progetto colleghi realmente tutta la Calabria, e in particolare la Calabria del nord est, è la realizzazione del Nodo di Tarsia, pensato per integrare la linea dell'Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria con le valli interne (Crati, Esaro), la Sibaritide e la zona jonica nel complesso. «Da quando RFI, braccio armato del Governo, ha paventato la cancellazione del Nodo di Tarsia - scrive Stasi - ne abbiamo lette di tutti i colori: che quel tracciato era irrealizzabile, che collegava paesini, che penalizzava Reggio Calabria ed altre fandonie del genere. La verità è che cancellando l'unico tracciato realizzabile per il quale sono stati spesi decine di milioni di euro, si intendeva escludere la Calabria dal più grande progetto infrastrutturale del secolo, con la complicità di una immobile Giunta regionale».
Ed è proprio alla Regione che il sindaco si rivolge con impeto: «Ora che le elezioni sono finite, la Giunta regionale dimostri di avere la schiena diritta nei confronti del Governo, senza coprirsi ulteriormente sostenendo che questo tema riguarda scelte tecniche di RFI, insultando l'intelligenza dei calabresi e mortificando il ruolo delle istituzioni. Lo stesso Governo e la rappresentanza parlamentare calabrese demordano da questo teorema di abbandono e degrado di una terra, la nostra, che vuole essere messa nelle condizioni di contribuire allo sviluppo del Paese ed ha le potenzialità per farlo, un teorema frutto di una tecnocrazia idiota, ignorante e strapagata».
Da queste considerazioni nasce l'appello ai Parlamentari calabresi ed alla Giunta Regionale: «si apra un tavolo di confronto sul tema dell'Alta Velocità per coinvolgere il Governo su un progetto di sviluppo ambizioso della Calabria, paradossalmente meno complesso ma ben più ambizioso e decisivo del Ponte sullo Stretto, che garantirebbe margini di crescita reali incalcolabili».