Garante dei diritti della disabilità: a Co-Ro è calato il silenzio... da parte di tutti
Il Garante resta un obiettivo mancato a Corigliano-Rossano. Mentre da noi è naufragata ogni discussione sul tema, i comuni dell’ambito territoriale Paola-Cetraro hanno già agito istituendo ufficialmente questa figura

CORIGLIANO-ROSSANO – La grande città di Corigliano Rossano rimane una realtà in cui le esigenze sociali crescono ma restano spesso inascoltate. In questo scenario si era inserito nei mesi scorsi il dibattito sul Garante per i diritti delle persone con disabilità, una figura terza di garanzia e tutela dei più fragili che altrove in Calabria è già diventata realtà, e che a Corigliano-Rossano continua a restare ferma al palo delle buone intenzioni.
Mentre, però, da noi si continua a discutere, altri comuni calabresi hanno già agito. È il caso dell’ambito Paola-Cetraro, dove - notizia di ieri -, su proposta del sindaco Roberto Perrotta e dell’assessore alle Politiche Sociali Emilio Pastore –, i sindaci hanno scelto all’unanimità l’istituzione di questa figura.
Il Garante – lo ricordiamo - non è un politico, non è un assessore, non ha poteri decisionali né risorse proprie da gestire. È, per sua natura, una figura super partes, indipendente e apolitica, chiamata a vigilare sul rispetto dei diritti delle persone con disabilità, a raccogliere segnalazioni, a sollecitare interventi, a fare da ponte tra cittadini e istituzioni. In poche parole: una voce in più, e spesso l’unica, per chi vive condizioni di fragilità.
Un modello, questo, che dimostra come l’istituzione di un Garante sia possibile e, soprattutto, utile. Non un vezzo politico (anche se il rischio che lo diventi è reale, e su questo sarebbe opportuno vigilare), ma uno strumento concreto per migliorare la qualità della vita delle persone più fragili.
Ed è proprio questa funzione di «voce degli invisibili» che oggi manca a Corigliano-Rossano, dove le famiglie continuano a denunciare sacche di solitudine, barriere architettoniche, carenza di servizi di trasporto e assistenza, mancanza di una mappatura chiara dei bisogni.
Oggi, però, sulla questione è calato il silenzio di tutti, anche di quelli che quella battaglia l'avevano inaugurata e promossa a gran voce.
Il dibattito cittadino fino ad oggi
Dopo varie proposte ed interventi pubblici sul tema, lo scorso 25 maggio si era tenuta l’iniziativa, promossa dalla consigliera di Fratelli d’Italia, Daniela Romano dal titolo “Un garante per i diritti della disabilità a Corigliano-Rossano. Perché no?” (leggi qui), alla quale erano intervenute varie figure che rivestono un ruolo chiave nell’ambito del sociale e del terzo settore del nostro territorio.
Daniela Romano, che propose l’apertura di un tavolo, aveva rimarcato l’urgenza di istituire questa figura «per individuare – soprattutto - le falle e le situazioni sommerse in una comunità così grande e complessa».
Sempre in quell’occasione, Carmen Romano, Garante a Montalto Uffugo, aveva sottolineato la capacità di questa figura di ottenere risultati immediati, persino più di un sindaco, come nel caso di un insegnante di sostegno assegnato a una scuola riluttante. Aveva suggerito inoltre che per Corigliano-Rossano sarebbe stata utile anche più di una figura di Garante, data la sua estensione.
La timida apertura del sindaco Stasi
Il nodo da sciogliere, allora come adesso, resta la posizione dell’amministrazione sul tema. In quel caso si prospettò una apertura da parte del sindaco Flavio Stasi: «Non siamo contrari alla figura del Garante – aveva dichiarato –. Dobbiamo però individuare le migliori soluzioni, magari anche più figure».
Stasi aveva ricordato che tentativi simili in passato si sono arenati per mancanza di dialogo, assicurando che questa volta la volontà sarebbe stata quella di arrivare a un risultato condiviso, con il voto unanime del Consiglio comunale, magari attraverso la realizzazione di un polo sociale cittadino, per concentrare e rafforzare i servizi esistenti.
Il dibattito, insomma, continua a mettere in luce un dato fondamentale: esiste una volontà comune di affrontare il tema, ma la strada dalle parole ai fatti resta, di fatto, ancora lunga.