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Calabria del nord-est: le vacanze (im)possibili dei figli del Sud

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CORIGLIANO-ROSSANO – Secondo i dati di Openpolis il 28% delle famiglie con un figlio non può permettersi una vacanza. Il dato sale a 30% con due figli e addirittura al 44,4% con tre. Ad incidere negativamente, la scarsa condizione economica dei nuclei familiari che al Sud rappresenta una vera e propria emergenza sociale.

Questa fragilità finanziaria, infatti, può comportare il dover rinunciare a questo tipo di spese. Nei territori della Sibaritide-Pollino, ad esempio, la percentuale di famiglie monoreddito con figli minori di 6 anni - nei Comuni più popolosi - è disomogenea e scende spesso sotto la media nazionale (Trebisacce 17,9%, Villapiana 17,6%, Cassano Jonio 22,2%, Castrovillari 21,5%, Crosia 27,5%, Cariati 22,9%). Unica eccezione Corigliano-Rossano, che presenta una percentuale di famiglie monoreddito del 30,7% (dati aggiornati al 2020).

Ciò, inutile a dirlo, si riflette negativamente sulla possibilità di offrire occasioni di svago e crescita ai propri figli. Ecco che allora molte famiglie si vedono costrette a rinunciare a quel periodo di pausa tanto atteso. Anche laddove c'è il desiderio di regalare momenti di socialità e scoperta, il peso delle difficoltà economiche finisce spesso per avere la meglio. Ma queste rinunce non si limitano a togliere occasioni di relax. Come per l’accesso ai centri estivi (ne avevamo parlato qui), per bambini e adolescenti, tali rinunce significano la perdita di esperienze che arricchiscono, che stimolano la curiosità, che educano.

In territori come il nostro in cui le opportunità di crescita (in senso lato) si riducono progressivamente e sembrano non migliorare né nei numeri né nella qualità, una riflessione sulle possibilità e le condizioni di chi resta e appare quanto mai doverosa (leggi qui il corsivo di oggi sul tema).

Si tratta, in sostanza, di un’ulteriore espressione delle disuguaglianze sociali ed economiche, che si traducono anche in dislivelli nell’accesso alle opportunità educative. Uno dei tanti esempi concreti di come si possa manifestare la povertà educativa.

Lo studio condotto dalla Fondazione ha cercato di comprendere meglio questo fenomeno e valutare l’impatto reale che queste disuguaglianze possono avere sulla crescita e sul benessere delle nuove generazioni. E il dato, dicono, è addirittura sottostimato.

«La letteratura in materia (cfr. Unicef, 2012) – osserva la Fondazione - ha spesso sottolineato come serva sempre ricordare che dietro ogni statistica di questo tipo c’è un genitore cui viene richiesto di segnalare la condizione di deprivazione del suo nucleo familiare e dei propri figli. Indicando ad esempio se sia in grado di portarli in vacanza, come in questo caso, oppure di riscaldare l’abitazione o ancora di avere una casa abbastanza luminosa per fare i compiti o spaziosa a sufficienza per ospitare degli amici. A maggior ragione, è ancora più complesso – quando non impossibile – monitorare quanto incidano questi fenomeni sul territorio. Per avere una misura della deprivazione delle famiglie con figli piccoli, tuttavia, è possibile fare delle stime rispetto alla condizione sociale dei nuclei con minori a carico».

I numeri, insomma, sono anche peggiori rispetto a quelli restituiti e ciò dovrebbe spingere le istituzioni ad adottare politiche capaci di sanare questo divario e ridurre al minimo le disuguaglianze. Servono azioni che assicurino a tutte le famiglie – a prescindere dal reddito o dalla composizione – l’accesso alle risorse e alle attività pensate per il benessere e lo sviluppo dei più piccoli promuovendo azioni concrete a sostegno dei nuclei in maggiore difficoltà.

Solo attraverso un impegno costante e mirato si potrà costruire un contesto in cui ogni bambino, a prescindere dalle condizioni familiari di partenza, abbia la possibilità di vivere esperienze che lo aiutino a crescere in modo armonioso, sereno e completo.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.