GECO torna a colpire: il writer "fantasma" firma il simbolo irrisolto di Insiti
Dal misterioso writer che sfida città e istituzioni arriva un nuovo segno a Corigliano-Rossano. La scritta compare sul Centro Polivalente di Insiti, simbolo di attese e promesse mai compiute della città unica

CORIGLIANO-ROSSANO – È comparso in silenzio, come sempre. Due lettere grandi, bianche, bordate di nero: GE e CO. Il marchio del writer fantasma che da anni lascia la sua impronta sulle città italiane e che ora ha scelto il luogo simbolo delle attese e delle contraddizioni urbane di Corigliano-Rossano: il Centro Polivalente di Insiti, quello che dovrebbe trasformarsi, prima o poi, nel cuore pulsante della neonata città unica.
Chi sia GECO nessuno lo sa. È la leggenda vivente della street art underground, il writer che negli ultimi dieci anni ha tappezzato muri e spazi abbandonati tra Roma, Milano, Lisbona e persino Berlino, sfidando amministrazioni e forze dell’ordine. Non concede interviste, non ha volto: resta solo il suo nome, ripetuto in caratteri enormi, geometrici, quasi industriali. Un marchio di fabbrica che è diventato un enigma metropolitano.
A Roma è apparso in punti strategici come la Tiburtina, il Ponte della Magliana e le facciate di vecchi palazzi dell’Ostiense; a Milano ha colpito i grandi cantieri della Bovisa; a Lisbona i quartieri popolari come l’Intendente e perfino i vagoni della metro; a Berlino, la capitale europea dei graffiti, ha lasciato la sua firma in scorci industriali di Kreuzberg e Friedrichshain. Ogni volta, lo stesso copione: una notte silenziosa, il segno inconfondibile, e la città che si sveglia con un nuovo enigma addosso.
Molti lo considerano un eroe romantico, l’ultimo resistente della cultura di strada, capace di smascherare con i suoi segni l’abbandono urbano e i non-luoghi del potere. Per altri, è un vandalo che imbratta e degrada. Ma la sua leggenda cresce proprio nel contrasto: più lo si cerca, più scompare. Più si tenta di rimuoverlo, più ricompare, altrove.
Ed è proprio questa apparizione improvvisa, notturna, a Insiti, a rendere l’episodio quasi simbolico. Qui dove tutti discutono da anni su come costruire la cittadella amministrativa, GECO ha messo il suo sigillo, con l’ironia silenziosa di chi non chiede permesso e non attende bandi o progetti. È lui, oppure un’imitazione? Non è dato saperlo. Ma i tratti – lettere cubitali, nette, senza fronzoli – e la rapidità dell’azione ricordano troppo lo stile inconfondibile del “graffitaro fantasma”.
Forse il messaggio è proprio questo: laddove la città discute e attende, GECO agisce. Invisibile, inafferrabile, inevitabile. - di Vincenzo Lefosse