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Un anno per un esame, ma chi non può spostarsi (o aspettare) resta senza cure

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CORIGLIANO-ROSSANO - Un anno per una colonscopia all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, quasi due anni per una visita cardiologica presso l’ASP di Cosenza. Non sono numeri estratti a caso da un film distopico, ma dati concreti che raccontano la realtà sanitaria nella provincia, una realtà che colpisce come un pugno allo stomaco soprattutto chi vive nelle aree più periferiche della Calabria del Nord-Est: Sibaritide, Pollino e Sila Greca.

All’ospedale “Annunziata” di Cosenza, oggi, una colonscopia può essere fissata tra dodici mesi, mentre presso i poli ambulatoriali dell’ASP di Cosenza una visita cardiologica risulta prenotabile per febbraio 2026. Sì, avete letto bene: due anni. E chi di tempo non ne ha così tanto? Cosa succede a chi aspetta troppo?

La risposta è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno sembra volerla pronunciare: si rinuncia a curarsi. Si rinuncia a capire in tempo se un problema sia grave o meno, si rinuncia a prevenire, si rinuncia alla speranza che la sanità pubblica, un giorno, torni a essere un diritto e non una roulette russa.

Disuguaglianze che uccidono in silenzio

«Può provare a Trebisacce o Cariati, lì si trova prima», è la frase più comune che si sente al CUP quando i tempi di Cosenza sembrano inaccettabili. Ma queste strade alternative, per chi vive nei piccoli comuni dell’entroterra, sono davvero percorribili?

Un anziano di Campana, di Cropalati o di Bocchigliero, come arriva a Trebisacce, se i collegamenti pubblici sono ridotti a corse una volta al giorno – quando non vengono soppresse – e le strade sembrano un labirinto di buche e frane? Per non parlare delle famiglie senza auto, di chi non guida più, di chi vive con pensioni minime e deve scegliere tra il pieno di benzina e la spesa settimanale.

L’isolamento sanitario si somma a quello infrastrutturale, creando un cortocircuito perfetto: se puoi spostarti, curarti è difficile; se non puoi, è impossibile. La mobilità pubblica, qui, non è vista come un diritto ma come una lotteria: autobus vecchi, orari impossibili, nessuna certezza. E intanto la sanità privata ringrazia, mentre la pubblica crolla sotto il peso dell’inefficienza.

Anni di piani e commissariamenti, ma la realtà non cambia

Non è mancata la carta bollata. Non sono mancati i proclami. Nel gennaio 2025, l’ASP di Cosenza ha approvato un Piano Operativo per l’Abbattimento delle liste d’attesa (Deliberazione N. 156) che prometteva di ridurre i tempi, in linea con il DCA regionale 345 del novembre 2024. Il PRGLA Calabria 2023-2025, poi, sulla carta parlava di “totale abbattimento delle liste”. Ma i risultati reali dove sono?

L’Ordine dei medici di Cosenza stesso ha alzato la voce, evidenziando come manca una visione complessiva: non basta smistare le liste o aggiungere qualche ora di attività ambulatoriale, se non si interviene sulla qualità delle prestazioni, sulla loro appropriatezza, sulle dotazioni tecnologiche e sul personale.

La piattaforma nazionale: speranza o ennesima illusione digitale?

A livello nazionale, si punta su una nuova Piattaforma Liste d’Attesa per razionalizzare prenotazioni e disponibilità, aumentare la trasparenza e aiutare i cittadini a pianificare visite ed esami. Ma anche qui c’è chi teme che diventi solo l’ennesimo portale che funziona a Roma o Milano, ma si inceppa tra la Sila e la Sibaritide.

La verità amara: sacrifici senza ritorno

Questa regione, commissariata per anni, ha visto tagli, chiusure, riduzioni di servizi, con la promessa di un futuro migliore che non è mai arrivato. Oggi, chi vive a Rossano, a Oriolo o a San Lorenzo Bellizzi, si sente dire che deve spostarsi di centinaia di chilometri per un esame che, altrove, si fa in poche settimane.

Intanto le liste si allungano, la salute si indebolisce e la rassegnazione cresce. Perché, come sempre, chi ha meno voce è quello che paga il prezzo più alto.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.