Lobbying, in Calabria c'è la legge ma resta inattuata
Iapichino: «Obiettivo sarà il confronto con le istituzioni parlamentari e regionali, affinché questa legge incompiuta possa rappresentare un modello di riferimento nella giurisprudenza italiana»

CROSIA - «In Italia si fa fatica, da anni, a riconoscere l'attività di rappresentanza di interessi particolari, comunemente detta lobbying, come una professione e un'attività legittima, non necessariamente legata a dinamiche di corruzione o forti interessi economici. Ad esempio, anche associazioni non profit possono svolgere quella che è definita la capacità di influenza presso i decisori pubblici. Malgrado questa insicurezza del legislatore italiano, alcune regioni italiane hanno provveduto autonomamente a disciplinare la materia in questione».
È quanto emerso dalle ricerche di Pierluigi Iapichino di Mirto Crosia, il quale, nell'ambito del dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l'Università di Messina, sta svolgendo un progetto di ricerca triennale sull'attività di lobbying in Italia e in Spagna.
«Anche in Calabria, esiste una legge regionale sul lobbying, per la precisione la legge regionale del 12 febbraio 2016, n. 4, denominata "Disciplina sulla trasparenza dell'attività politica e amministrativa della Regione Calabria e dei suoi enti strumentali sull'attività di rappresentanza di interessi particolari". Nello specifico, la legge prevede l'istituzione di un Registro nel quale sono tenuti ad iscriversi tutti i portatori di interesse che intendano svolgere attività di influenza presso il Consiglio regionale, la Giunta regionale e i dirigenti regionali».
«La dottrina concorda nel definire la legge regionale calabrese all'avanguardia e perfettamente in linea con le esigenze di trasparenza e pubblicità». Tuttavia, il dottor Iapichino ha fatto presente alla comunità scientifica che «ad oggi, a distanza di anni, la legge risulta inattuata non avendo, la Regione Calabria, emanato alcun provvedimento attuativo per la legge in questione. L'applicazione della legge risulterebbe invece vitale in quanto, alla luce del Titolo V della Costituzione italiana, vi è un lungo elenco di materie di competenza regionale o di competenza concorrente Stato/regioni. Per la Calabria sarà interessante vedere se la legge regionale, già esistente e inattuata, potrà trovare applicazione in modo autonomo o sulla spinta di una futura legge nazionale».
Per quanto riguarda la ricerca del dottor Iapichino, «uno degli obiettivi principali per l'anno accademico 2025/26 sarà il confronto con le istituzioni parlamentari e regionali, affinché questa legge incompiuta possa rappresentare un modello di riferimento nella giurisprudenza italiana, ponendo in questo caso la Calabria in primo piano».