«La Sila-Mare è un'opera a metà». Il grido d'allarme del sindaco di Cropalati
Domenico Citrea chiama alla responsabilità le istituzioni: «Spesi 100 milioni in 35 anni ma se ora la strada non arriva sulla SS106 non servirà praticamente a nulla»

CORIGLIANO-ROSSANO - L'inaugurazione del nuovo tratto della Sila-Mare ha acceso i riflettori su un'opera che, dopo 35 anni, rimane ancora incompiuta. Il sindaco di Cropalati, Domenico Citrea, è uno degli amministratori della Valle del Trionto che non nasconde la preoccupazione di ritrovarsi ora con una strada a metà. Praticamente senza alcun senso e priva di qualsiasi sostenibilità. Il primo cittadino del piccolo borgo bizantino della Sila Greca ai margini della cerimonia di giovedì scorso ha espresso una "contentezza a metà", sottolineando come i nuovi 5,5 km di strada aperti al traffico, pur rappresentando un passo avanti, non risolvano il problema dell'isolamento del territorio.
Il progetto, avviato nel 1990, avrebbe dovuto collegare la costa jonica all'altopiano della Sila in meno di trenta minuti. Tuttavia, i lavori hanno subito numerosi ritardi e interruzioni, dovuti a difficoltà tecniche, ostacoli burocratici e carenze di finanziamenti. E non da ultimo anche il paradossale crollo di un viadotto, nel tratto di Ortiano; venuto giù dopo la piena del fiume Trionto ad appena nove anni dalla sua realizzazione.
Ad oggi, sono stati spesi 100 milioni di euro, ma mancano ancora all'appello i 10 km del tratto a valle, quelli determinanti, che dovrebbero collegare la strada alla Statale 106, oltre il tratto intermedio, a monte, dove Anas sta lavorando per ricostruire proprio il viadotto Ortiano, crollato nel maggio 2023.
L'appello del sindaco: completare l'opera e attrarre turismo
Citrea, dunque, ha lanciato un appello forte e chiarissimo alle istituzioni, chiedendo di trovare le risorse necessarie per completare i restanti 11 km di strada. E di milioni, questa volta, ne servirebbero circa 80 per finire e completare qui 25 km di strada che potrebbero ribaltare la narrazione del territorio.
«La Sila-Mare - ha scandito con forza Citrea - avrà un senso solo se verrà collegata alla Statale 106». Il rischio che l'opera rimanga incompiuta e non risolva il problema dell'isolamento della Valle del Trionto c'è ed è reale proprio perché oggi, un'opera così complessa realizzata praticamente in un territorio che negli utlimi trent'anni si è svuotato, rischia di essere insostenibile e improduttiva.
Ecco perché, allora, in una visione concreta delle cose, occorre cambiare il paradigma di questa opera; facendola diventare non solo una strada di collegamento tra le comunità della Valle del Trionto ma una vera e propria strada del turismo. A promuovere questa visione è proprio Citrea. «Le istituzioni locali e regionali - ha detto - si impegnino affinché propio facendo leva su questa strada si possa sviluppare turismo». E la chiave di lettura ci sta tutta se si pensa che a breve, con il completamento del Terzo Megalotto della Sibari-Roseto ed il prolungamento autostradale della SS106 fino a Corigliano-Rossano, abbatterà i tempi di percorrenza da e per tutte le regioni centro-meridionali. Avere una strada, innestata proprio sulla "centosei" significherebbe connettere non solo la costa jonica al cuore della Sila in 25 minuti ma di consentire, ad esempio, ai tanti escursionisti pugliesi, lucani e campani che amano le nostre montagne di ritrovarsi nel cuore del Gran Bosco d'Italia in appena due ore di auto. Una rivoluzione
La Sila-Mare, insomma, potrebbe rappresentare ancora un'opera strategica per lo sviluppo del territorio, in grado di favorire il turismo e l'economia locale. TMa per realizzare appieno il suo potenziale, è necessario completare i lavori e superare le criticità che hanno caratterizzato la sua realizzazione. L'appello del sindaco Citrea rappresenta un grido d'allarme, ma anche un invito a non vanificare gli sforzi compiuti finora e a dare finalmente alla Valle del Trionto un'infrastruttura moderna e funzionale.