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Fra dieci anni Crotone volerà a Lamezia e la Sibaritide rischia di rimanere totalmente isolata

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CORIGLIANO-ROSSANO - Il Ferragosto 2025 all’aeroporto “Pitagora” è stato un incubo che racconta, meglio di qualunque analisi, la fragilità del sistema aeroportuale crotonese. Il volo delle 7.30 per Roma è decollato soltanto alle quattro del pomeriggio, con "sole" otto ore di ritardo, dopo imbarchi e sbarcati forzati, guasti tecnici, un aereo sostitutivo fatto arrivare da Ancona e persino un incendio che ha paralizzato lo spazio aereo. Una vera e propria odissea. Non la prima, non l'unica, non sicuramente isolata. Nelle settimane scorse, dalle pagine dell'Eco dello Jonio avevamo già documentato una simile avventura accorsa ad alcuni viaggiatori della Sibaritide, ritrovatisi nell'imbito dei disagi dello scalo di Sant'Anna (leggi qui), che conferma un trend ormai cronico: la continuità territoriale garantita da SkyAlps è, di fatto, una promessa mancata.

L'ennesimo sfogo di Salvatore Veltri, amministratore di Jonica Airways, crotonese doc e professionista del settore che da anni predica nel deserto, fotografa la realtà con estrema chiarezza. La compagnia altoatesina, che ha vinto un bando triennale da 13 milioni di euro grazie alla promessa di utilizzare aerei “green”, continua invece a operare su Crotone con aeromobili di compagnie terze. E i mezzi “green”? Mai visti. Perché, spiega Veltri, SkyAlps preferisce impiegarli sulle rotte più redditizie con la Germania. Il risultato è che i passeggeri calabresi subiscono ritardi e disservizi continui, mentre la Sacal, la società che gestisce l’intero sistema aeroportuale della regione, sembra chiudere un occhio e lasciare correre.

Ma il vero punto non è soltanto l’ennesimo volo partito in ritardo. Il punto è un altro: avrà ancora senso l’aeroporto di Crotone tra dieci anni? Con la nuova SS106 Crotone-Catanzaro, ormai in fase di realizzazione, lo scalo di Lamezia Terme diventerà raggiungibile in poco meno di un’ora con una direttrice veloce di 87 km a 4 corsie.

E allora perché continuare a tenere in piedi un aeroporto che rischia di perdere sempre più utenza, stretto tra un hub internazionale come Lamezia e un sistema regionale già insostenibile? È chiaro che la logica, del risparmio prima e della razionalità poi, costringerà l'aeroporto di Crotone a chiudere i battenti e i crotonesi a volare nel "vicinissimo" aeroporto lametino.

Il rischio, però, è che si guardi solo a Crotone, dimenticando completamente chi vive più a nord. Perché se per Crotone la soluzione può essere quella di spostarsi in meno di un’ora verso Lamezia, per la Sibaritide la prospettiva è ben diversa. Da Corigliano-Rossano, da Cassano, dalla Sila Greca, Lamezia dista quasi due ore. Significa isolamento. Significa che un’area popolosa e dinamica come il nord-est calabrese, con la sua agricoltura, il suo turismo e la sua economia (che produce sempre i due terzi del PIL calbrese), resterebbe tagliata fuori dai collegamenti aerei. È inaccettabile.

Oggi la terra di Sybaris potrebbe già guardare a Crotone come al proprio scalo naturale, ma manca una cosa semplice: i collegamenti veloci. Senza treni o strade veloci, l’aeroporto Pitagora non riuscirà mai a servire davvero questo territorio. Eppure soluzioni immediate ci sarebbero, come il progetto di treno-shuttle Sibari-Isola Capo Rizzuto, che rappresenterebbe un cambio di passo immediato e sul quale, proprio il nostro giornale nei mesi scorsi aveva lanciato una sottoscrizione (leggi qui).

Ma forse è arrivato il momento di avere più coraggio. Non basta rattoppare. Non basta inseguire l’ennesimo bando mal gestito o sperare che la continuità territoriale funzioni meglio. La verità è che il nord-est della Calabria ha bisogno di un’infrastruttura propria, di uno scalo capace di rispondere alle esigenze di centinaia di migliaia di cittadini che oggi sono trattati come periferia. Perché non rispolverare, allora, il progetto dell'aeroporto della Piana? L’aeroporto della Sibaritide, soprattutto oggi alla luce delle nuove dinamiche degli investimenti e alla nascita di una nuova città, Corigliano-Rossano (che per popolazione è la terza della Calabria), non può più essere considerato una fantasia o un sogno lontano: paradossalmente ritorna a diventare una necessità concreta nella prosepttiva dei dieci anni. Lo dice la geografia, lo dice la demografia, lo dice il buon senso. (leggi qui).

Una Calabria equilibrata non può continuare a pensare solo al centro e al sud. Reggio Calabria ha il suo scalo, Lamezia continuerà a essere l’hub regionale. E la Sibaritide? Sarà ancora una volta destinata ad aspettare se non trova una soluzione congrua e di coraggio. Certo, non serve realizzare il quarto aeroporto calabrese: tre bastano e soverchiano ma due (con la possibilissim chiusura di Crotone), nella prosepttiva futura, più che pochi sarebbero insufficienti e mal distribuiti perché tutti concentrati nell'area centro meridionale della regione. È solo un fatto di perequazione equa tra territori. Tra l'altro un nuovo aeroporto della Sibaritide, a nord, sarebbe capace di catalizzare l’utenza dell’intera provincia di Cosenza e della Basilicata meridionale. 

Allora, è tempo che il nord-est torni ad alzare l'asticella dell'attenzione proprio sul diritto alla mobilità, al pari del resto della regione. Perché senza un aeroporto a servizio della Sibaritide, fra dieci anni quest'area della Calabria rimarrà ancor più isolata di quanto non lo sia adesso. E dieci anni passano in fretta!

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.