Anche al Giannettasio impiantato il pacemaker più piccolo al mondo: dura 20 anni
Dotato di una super batteria, viene introdotto dalla vena femorale e “avvitato” dentro al cuore. È il primo intervento del genere nella Cardiologia dell'ospedale di Rossano. La dottoressa De Bonis: «Continua il nostro viaggio verso la medicina del futuro»
CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo l'intervento record registrato a Castrovillari lo scorso anno (leggi qui), oggi si può esultare anche nell'ospedale Giannettasio di Corigliano-Rossano.
Nessun catetere, nessuna tasca in cui alloggiarlo, pesa pochissimi grammi, è più piccolo di una batteria ministilo. Si tratta del pacemaker più piccolo al mondo ed è stato impiantato ad un paziente nella Cardiologia del Giannettasio di Rossano. Il paziente non aveva altro accesso venoso e l’applicazione di questo pacemaker ha permesso al cuore di continuare a battere. Ad eseguire con successo questo eccezionale intervento è stata la dottoressa Silvana De Bonis e la sua equipe.
«Il pacemaker senza fili - spiega De Bonis - inserito all’interno di un tubicino flessibile, viene fatto avanzare attraverso la vena femorale fino a raggiungere la cavità cardiaca dove, una volta correttamente posizionato, viene “avvitato” nel muscolo cardiaco e programmato per consentire al cuore di battere regolarmente. Questo nuovo dispositivo, è dotato di una batteria che dura circa 20 anni».
«Il pacemaker senza fili è stato concepito per ridurre le problematiche legate al pacemaker tradizionale come infezione dei fili e della tasca di alloggiamento del dispositivo, ma anche per superare, come nel nostro caso, eventuali limiti all’accesso venoso. Grazie alle sue dimensioni ridotte, cioè circa 10 volte più piccolo di un pacemaker standard, il dispositivo può essere posizionato direttamente all’interno del ventricolo destro del cuore con una procedura mini-invasiva».
«L’introduzione anche nel nostro Ospedale della tecnologia di pacemaker senza fili leadless – dichiara il primario della Cardiologia dell’ospedale di Rossano, De Bonis, rafforza la spinta innovativa della nostra ASP, diretta dal dr Antonello Graziano, ed anche il lavoro di squadra del nostro Ospedale, diretto dalla dottoressa Maria Pompea Bernardi. La spinta propulsiva della nostra Amministrazione, l’impiego di tecnologie innovative e la continua formazione del personale consentiranno di trattare i nostri pazienti cardiopatici con quanto di meglio esiste allo stato dell’arte» conclude.