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Lo Polito chiarisce la sua posizione in Consiglio Comunale: «La nostra colpa è aver provato a risollevare l’Ente»

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CASTROVILLARI - Si è celebrato ieri, nella sala consiliare del Comune di Castrovillari, in prima e unica convocazione in sessione straordinaria e urgente, la seduta del consiglio comunale riunitosi per la trattazione dell’unico punto all’ordine del giorno relativo alla comunicazione sul Decreto della Corte dei conti.

Secondo quanto emerso nei giorni scorsi la Sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti della Calabria ha condannato il sindaco do Castrovillari Mimmo Lo Polito, un assessore della sua attuale giunta e due ex assessori perché ritenuti responsabili, per colpa grave, del dissesto finanziario dichiarato dal Consiglio comunale il 24 giugno del 2019.

In apertura, il sindaco Lo Polito ha spiegato le ragioni del perché abbia deciso di tacere: «È stata una decisione condivisa anche con gli altri ma che mi sono assunto l’onere di prendere in quanto avvocato. Sono convinto che i giudici debbano poter lavorare serenamente, senza che la stampa e le opinioni dei più li influenzino in alcun modo, perché nel bene e nel male possono essere condizionati dalla discussione pubblica. Questo era l’unico motivo, anche se il fatto era noto dal 2019 e gli atti già trasmessi alla Procura della Corte dei Conti».

Una questione che secondo l’amministratore era stata già ampiamente chiarita ed affrontata anche in campagna elettorale trovando la piena comprensione dei cittadini che lo avevano riconfermato alla guida della città.

«Questa decisione – ha sottolineato Lo Polito – non ha rilevanza esterna e non incide né sui conti, né sulle tasse, né sui tributi, né sulla partecipazione della gente ai processi democratici ma è una vicenda che riguarda il giudizio dei soggetti nel contemperamento degli interessi tra la conoscenza e il diritto al giusto processo che noi rivendichiamo senza sollecitazioni esterne».

Successivamente, nel ripercorrere i passaggi che hanno portato al dissesto, Lo Polito ci ha tenuto a dimostrare che le cause del dissesto sono ascrivibili all’operato delle precedenti amministrazioni e trovano conferma in una delibera della Corte dei Conti relativa al 2010 in cui si segnalavano già le gravi irregolarità e criticità tali da risultare pregiudizievoli per la stabilità finanziaria dell’Ente.

«Ricordo infatti – ha specificato il primo cittadino fugando ogni dubbio sulla trasparenza - che dagli anni ’90 in poi gli atti amministrativi sono soggetti al giudizio dei Revisori dei Conti che per i comuni come il nostro sono nominati dalla prefettura di Cosenza e non più da revisori scelti dall’amministrazione. La nostra colpa è di essere stati consapevoli della situazione disastrosa e, ciononostante, aver provato ad avviare una procedura di riequilibrio finanziario».

L’altro dato importante emerso durante il consiglio, e sul quale il primo cittadino ha insistentemente battuto, ha riguardato l'operato dell'amministrazione che potrebbe tuttalpiù configurarsi come compartecipazione poiché – ha dichiarato - «è noto che ai fini dell’accertamento della responsabilità da dissesto non è necessario che lo stesso sia conseguenza della mala gestio degli amministratori essendo sufficiente una mera compartecipazione causale degli stessi. Ci siamo trovati a passare e ci è rimasto il cerino in mano».

I passaggi centrali sono stati poi dedicati alla spiegazione delle misure prese negli anni e alle responsabilità dell’ente. Infine un messaggio alla minoranza: «Avete fatto e continuate a fare campagna elettorale attribuendo all’amministrazioni colpe passibili di denuncia. L’amministrazione ha espletato correttamente le sue funzioni».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.