Rischio incendi nella Sila Greca: emergenza reale
La siccità persistente e l'abbandono dei boschi trasformano le foreste in polveriere pronte a esplodere. Continua a rimanere urgente e prioritario un intervento per salvaguardare un patrimonio naturale e culturale inestimabile
CORIGLIANO-ROSSANO — Le foreste della Sila Greca sono in condizioni critiche, trasformate in una polveriera pronta ad esplodere a causa della siccità persistente e dell'accumulo di materiali infiammabili. Il terreno, coperto da vegetazione secca, rami e residui vegetali, presenta un elevato rischio di incendi, accentuato dalla carenza di piogge negli ultimi mesi. Il dramma nel dramma, però, è che da un lato non c’è manutenzione e dall’altro c’è una carenza preoccupante di consapevolezza e senso civico che con il passare del tempo sta trasformando i nostri boschi in un ricettacolo di rifiuti e abbandono.
Pinete, faggeti e castagneti, che rappresentano il polmone verde di tutta l’area a sud di Sibari fino al crotonese, sono a rischio. In tutta l’area che da San Pietro in Angaro nel comune di Longobucco scende verso Piana Caruso sul fronte coriglianese e Piana dei Venti su quello rossanese, la situazione è a dir poco allarmante e imbarazzante. Lo avevamo già denunciato lo scorso anno ma, purtroppo, le istituzioni sono rimaste sorde agli appelli. Particolare apprensione, ancora una volta, desta la riserva storica dei Giganti di Cozzo del Pesco, un patrimonio inestimabile che rischia di essere compromesso irrimediabilmente. E non basta aver inserito quel perimetro di terra di estremo pregio all’interno di un nuovo Parco naturale, quello del Coriglianeto, se poi non si attivano subito e con celerità tutte le azioni di salvaguardia e tutela.
Poi c’è un altro dei potenziali focolai più pericolosi ed è quello dell’area naturalistica e storica del Patire. Questo sito di rilevanza storica e ambientale continua a rappresentare uno degli attenzionati principali. Un eventuale innesco di un incendio, soprattutto dove non si fa manutenzione ormai da tempi remoti, potrebbe causare danni imponenti al fragile ecosistema e al patrimonio culturale della terza città più grande della Calabria.
Il degrado del sottobosco e la mancanza di adeguati presidi di prevenzione derivano dalla dismissione delle squadre di operai forestali, che in passato garantivano la manutenzione e il monitoraggio continuo della zona. La ridistribuzione di questi lavoratori verso altri incarichi regionali ha lasciato la Sila Greca senza la necessaria sorveglianza e gli interventi di pulizia del sottobosco vitali per prevenire e contenere i focolai d'incendio.
Il fatto è che l'inaccettabile e critica situazione che si sta delineando rimane vulnerabile non solo alle intemperie atmosferiche, ma soprattutto all'azione dei piromani, che trovano un ambiente favorevole per scatenare incendi devastanti.
Sebbene oggi le operazioni di monitoraggio e prevenzione degli incendi possano contare su tecnologie avanzate, come l’utilizzo dei droni da parte della Protezione Civile regionale, queste soluzioni non sono sufficienti da sole. La vastità del territorio calabrese richiede interventi più capillari e costanti, che permettano di avere un controllo più puntuale e diretto della situazione.
È imperativo, dunque, che la Regione Calabria prenda provvedimenti urgenti per risanare questa situazione critica. Una bonifica del sottobosco, con la rimozione delle piante morte e dei rami secchi, la ripresa delle attività di manutenzione svolte dalle squadre forestali e il ripristino delle vedette estive sono passi fondamentali per prevenire danni incommensurabili. Solo attraverso interventi mirati e decisi sarà possibile proteggere la Sila Greca, preservando un patrimonio naturale e culturale unico nel suo genere.