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Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno su Orlando Bonadies: «Giustizia fatta»

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CASTROVILLARI - Terminato con il riconoscimento di un risarcimento rilevante in favore dell’ex Segretario Generale pro tempore della CGIL (Comprensorio del Pollino della Sibaritide e del Tirreno), Orlando Bonadies, il giudizio civile intentato per le «false accuse a lui rivolte dall’ex dipendente della CGIL sig.ra Simona Micieli». Ad annunciarlo, tramite una nota, l'Ufficio Giuridico della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno.

«Dopo un lungo iter giudiziario, durato più di dieci anni, - dichiarano - il Tribunale Civile di Castrovillari con la Sentenza n. 175/2023, resa nel giudizio RG n. 1373/2013, ha condannato la sig.ra Micieli al pagamento in favore dell’ex segretario della Cgil - a titolo di risarcimento dei danni non patrimoniali da costui patiti in occasione dei fatti conseguenti alla denuncia del 2.2.2010 - la somma complessiva di € 161.976,75, oltre interessi, e le spese di lite liquidate in complessivi € 10.000,00, oltre ad € 678,83 per esborsi documentati ed accessori come per legge. Si tratta dell’epilogo di una vicenda che ha visto il sig. Bonadies Orlando, a causa della denuncia-querela sporta dalla sig.ra Micieli nei suoi confronti in data 2.2.2010, subire un procedimento penale dinanzi al Tribunale di Castrovillari (proc. pen. n. 1128/10 RGNR, n. 741/10 RGT) per il reato di cui agli artt. 56 e 610 c.p. (violenza privata), definitosi con sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Nella denuncia-querela la sig.ra Micieli ha affermato di aver subito dal sig. Bonadies, all’incirca due anni prima che si determinasse alla presentazione della denuncia, numerose e non meglio precisate minacce di licenziamento, preordinate a farla desistere dal proposito di rispettare l’orario part-time contrattualmente stabilito e di guisa a costringerla, dietro la minaccia della perdita immediata ed irreversibile del posto di lavoro, ad osservare senza alcun emolumento retributivo, un orario di lavoro full time, Il Giudice penale, viceversa, ha riconosciuto che “le dichiarazioni rese dalla persona offesa non hanno trovato alcun riscontro nel contenuto delle altre testimonianze rese nel corso del giudizio”, e, soprattutto, che tanto la conversazione incriminata, quanto la certificazione medica prodotta dalla Micieli, presentavano, in realtà, il tenore, contenuto e significato nettamente differenti e antitetici rispetto all’ipotesi accusatoria che si voleva dimostrare».

«La denuncia-querela della sig.ra Micieli, inoltre, - va avanti la nota - è stata accompagnata da una campagna di stampa svoltasi sui media nazionali, che, utilizzando la ricostruzione dei fatti offerta dalla stessa e basandosi sulla registrazione artefatta della conversazione avvenuta in data 17 luglio 2008 nell’ufficio del sig. Bonadies, ha travolto la vita personale e lavorativa dello stesso. Il contenuto della denuncia-querela è stato riportato in prima pagina e anche nelle pagine interne de “Il Giornale” in data 11.03.2014, dove è stata utilizzato, per stralcio, la registrazione della conversazione avvenuta in data 17 luglio 2008 tra il Bonadies e la Micieli. Il programma televisivo “Le Iene” su Italia 1, nell’edizione del 07.04.2014, ha mandato in onda un servizio con intervista alla sig.ra Micieli, facendo ascoltare per stralcio la registrazione della conversazione avvenuta in data 17 luglio 2008. In ragione della campagna di stampa operata in quei giorni ai suoi danni, il sig. Bonadies ha dovuto rimettere il suo incarico di segretario comprensoriale della CGIL, costretto, pertanto, a rinunciare per sempre alle sue aspirazioni e ai suoi progetti di vita oltre che a ricoprire incarichi dirigenziali all’interno dell’organizzazione in cui aveva militato per più di 30 anni, dedicando la sua vita alla tutela dei diritti dei lavoratori. In ragione delle false accuse a lui rivolte, per come riconosciuto in sentenza, la sua vita di relazione è stata completamente stravolta, con conseguenze negative anche sul suo stato di salute».

«La sentenza del Tribunale Civile di Castrovillari, che segue all’assoluzione del Tribunale Penale, facendo proprie le argomentazioni della difesa del sig. Bonadies, assisto dall’avv. Lucio Paolo Nazario Rende, del foro di Castrovillari, ha ritenuto provata “l'intenzionalità della incolpazione e la sicura conoscenza dell'innocenza dell'incolpato per gli specifici fatti al medesimo attribuiti dalla querelante e, dunque, la sussistenza dell'elemento psicologico del reato di calunnia in capo alla Micieli, la quale ha inteso sporgere querela in data 2.2.2010 (ovvero a distanza di ben 18 mesi dal giorno dell’incontro avuto nell’ufficio del Bonadies) incentrando le proprie mendaci accuse sulle risultanze della registrazione della conversazione tra presenti - registrazione che era nella sua piena disponibilità e che, dunque, bene avrebbe potuto essere ascoltata e riascoltata dalla stessa al fine di cogliere l’esatta portata della conversazione - da cui emerge nitidamente una rappresentazione dei fatti del tutto discordante rispetto a quella illustrata in querela e che ha poi portato alla formulazione del capo di imputazione a carico del Bonadies” e ha, quindi, affermato il diritto dello stesso - ai sensi degli artt. 185 c.p. e 2059 c.c. - “al conseguimento del risarcimento del danno non patrimoniale sofferto a causa della condotta ascrivibile alla Micieli”».

«La sentenza, passata in autorità di cosa giudicata, - concludono - ha messo fine alla vicenda personale che ha travolto la vita del sig. Bonadies in ragione del rilievo mediatico che ha assunto, ascrivibile alla responsabilità della Micieli e ad una modalità di divulgazione delle notizie da parte dei mezzi di informazione irrispettosa dei diritti fondamentali delle persone e delle norme poste a presidio della loro salvaguardia. L’affermazione del legittimo comportamento che ha sempre contraddistinto l’agire del sig. Bonadies nella lunga esperienza di dirigente sindacale della CGIL anche davanti al Tribunale civile di Castrovillari rende definitivamente giustizia alla sua persona e all’irreprensibile attività sindacale da lui svolta e costituisce una piccola soddisfazione, molto più significativa dello stesso importo del risarcimento riconosciuto in sentenza».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.