Rischio sismico, la faglia attiva nella Calabria del nord-est
Quella del Pollino è stata la causa del più recente sciame sismico di medio/forte intensità che si sono registrate nel 2010 e nel 2012. Rimane una delle faglie maggiormente monitorate dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

CORIGLIANO-ROSSANO - Le principali faglie attive nell'area della Calabria del nord-est sono parte di un complesso sistema di fratture geologiche che caratterizzano il territorio calabrese, una regione con una significativa attività sismica. Ieri abbiamo scritto di quanto sia importante prevenire e preparare la popolazione (senza iniezioni di panico) ad un evento sismico, in una zona a medio rischio (zona 2) com'è quella della Sibaritide-Pollino. Adesso andiamo a conoscere le faglie geologiche che interessano (e preoccupano) il territorio a nord-est. Tra queste, la Faglia di Sant'Eufemia e la Faglia del Pollino (o di Sangineto) sono note per la loro attività e per aver generato eventi sismici in passato.
La Faglia di Sant'Eufemia, in particolare, è associata al terremoto del 1783, uno dei più devastanti nella storia dell'Italia meridionale, mentre la Faglia del Pollino è stata responsabile di sismi più recenti, inclusi quelli avvertiti nel 2010 e nel 2012. Queste faglie sono oggetto di costante monitoraggio da parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che utilizza una rete di strumenti sismologici per rilevare movimenti e potenziali pericoli. La conoscenza e lo studio di queste faglie sono essenziali per la valutazione del rischio sismico e per la pianificazione di misure di mitigazione e protezione civile.
La profondità delle faglie attive nell'area della Calabria del nord-est varia considerevolmente, influenzata dalla complessa geodinamica della zona. Queste faglie si estendono in profondità fino a diversi chilometri sotto la superficie terrestre, con alcune che possono raggiungere profondità di decine di chilometri. La Faglia del Pollino, ad esempio, è stata oggetto di studi dettagliati che hanno rivelato una profondità significativa, contribuendo a generare terremoti fino a magnitudo 5.0 sulla scala Richter. La comprensione esatta della profondità delle faglie è cruciale per la valutazione del rischio sismico, poiché la profondità a cui si verifica un terremoto può influenzare l'intensità e la distribuzione dell'energia sismica in superficie. Gli sforzi di ricerca e monitoraggio da parte di istituzioni come l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sono fondamentali per mappare queste faglie e comprendere meglio la loro natura e il potenziale impatto.