Gal Sibaritide, 14 milioni "a pioggia" e senza un'apparente strategia
Il merito di aver intercettato fondi europei si scontra con l'assenza di visione: 192 progetti finanziati nei singoli comuni e nessun progetto territoriale per promuovere, ad esempio, la destinazione Sibaritide o valorizzare l'agroalimentare

CORIGLIANO-ROSSANO – Quattordici milioni di euro. Una cifra imponente, quasi da capogiro, che il GAL Sibaritide ha saputo intercettare dall'ultima programmazione europea e "mettere a terra". Ne abbiamo parlato negli ultimi giorni, cavalcando la polemica dei quattro sindaci “ribelli” che avevano lamentato omissioni ed esclusioni e – appena ieri – la replica dello stesso CdA del Gruppo che dava le sue precisazioni in merito. Al netto della polemica, tutta politica è evidente, ci sono le considerazioni reali.
È sicuramente un successo aver finanziato sul territorio ben 192 progetti sparsi nei 32 comuni afferenti al Gal, che andrebbe applaudito senza riserve. Ma è proprio qui che è necessario porsi domande, che erodono il plauso e aprono a una necessaria critica chiara e distaccata: a che prezzo, e con quale visione, sono stati distribuiti 14 milioni di euro?
Sì, il GAL Sibaritide è stato "bravissimo" nell'intercettare i denari. Un dato oggettivo, che fa sperare. Eppure, a osservare il panorama locale, l'impressione è quella di un'occasione, se non sprecata, quantomeno non pienamente colta. Nonostante l'afflusso di risorse, i profondi gap culturali e strutturali che affliggono quest'area vastissima – che si estende da Rocca Imperiale a Cariati, abbracciando l'Arbëria e la Sila Greca – persistono, rimangono drammaticamente incolmati. Non si vuole certamente sminuire gli sforzi né smorzare gli entusiasmi per l’impresa “storica” di intercettare 14 milioni di euro, sicuri che alcuni dei 192 progetti avranno sicuramente un impatto positivo sul territorio.
La dispersione dei fondi: una "Bomba a Salve"?
Tuttavia, il problema non è la quantità dei progetti, ma la loro disconnessione, la mancanza di una strategia comune che non si percepisce, o che semplicemente non c'è. I 14 milioni di euro, distribuiti "a pioggia" su centinaia di piccoli interventi, rischiano di trasformarsi in una dispersione di energie e risorse. In una vera "bomba a salve" che non cambierà le sorti né il destino di questo territorio ma servirà solo a gonfiare di ormoni l’ego di qualche amministratore locale che continuerà a vantare i propri risultati in termini di risorse extrabilancio intercettate. Tutto qui.
Visione mancata: cosa si poteva fare diversamente
Al contrario, ci si sarebbe aspettati, da un GAL che opera su un territorio con le potenzialità della Sibaritide, un'azione più incisiva e lungimirante. Con una somma così consistente, infatti, si sarebbero potute realizzare opere di ben altro respiro. Si potrebbe immaginare, ad esempio e solo per calcare la mano su due impellenze ataviche del nord-est della Calabria, ad un progetto per promuovere la destinazione turistico-esperienziale unica della Sibaritide, con una forte e coordinata campagna di promozione e comunicazione, capace di raccontare la sua storia millenaria, le sue bellezze naturali e la sua cultura. Oppure, ad un investimento strategico nella creazione di una vera e propria filiera del freddo per l'agroalimentare di qualità, a servizio delle produzioni agrumicole, vitivinicole, olivicole e drupacee che rappresentano un'eccellenza ineguagliabile di questa terra. Tra l’altro, quest’ultimo, sarebbe un progetto che rivoluzionerebbe la filosofia della commercializzazione dei nostri prodotti, sui quali ognuno dei produttori in modo indipendente fa a gara a chi piazzare prima il prodotto sul mercato innescando l’auto-concorrenza che distrugge il mercato locale.
Questi sarebbero stati progetti capaci di colmare quei gap strutturali e culturali, di creare occupazione duratura e di proiettare la Sibaritide nel futuro. Invece, si è preferita una frammentazione (il famoso “spezzatino” maldigesto al Consiglio di Amministrazione del Gruppo di Azione locale della Sibaritide, che non è chiaro quale beneficio complessivo porterà nel lungo termine.
L'esempio virtuoso del GAL Kroton
Eppure, per trovare esempi più o meno virtuosi, non è necessario guardare lontano. Sarebbe bastato sporgersi al di là del fiume Nicà, subito dopo Cariati, per osservare il lavoro che sta portando avanti il GAL Kroton. Lì si percepisce una direzione, una visione. Il GAL Kroton, ad esempio, ha sostenuto iniziative come "Transumando 2025", un evento che trasforma antichi percorsi di transumanza in un viaggio esperienziale tra storia, natura ed enogastronomia, promuovendo il territorio attraverso le sue tradizioni più autentiche, coinvolgendo tanti comuni. Ha inoltre promosso la nascita di un Coordinamento del Turismo Naturalistico del Crotonese, con l'obiettivo esplicito di creare infrastrutture eco-sostenibili, attuare strategie di marketing mirate per la promozione nazionale e internazionale e digitalizzare l'accoglienza turistica. O, ancora, Il "Progetto Bosco" che offre percorsi di onoturismo basati sull'allevamento di asini, riscoprendo tradizioni rurali e creando esperienze turistiche uniche. Insomma, c’è stata una strategia, una visione complessiva nel mettere a terra le risorse in rete e di costruire un'offerta turistica integrata e riconoscibile, coinvolgendo tutti i comuni.
Un futuro da costruire con visione
La Sibaritide ha un potenziale immenso, ma i fondi europei, per quanto numerosi, non bastano se non c'è una regia chiara e ambiziosa. È tempo che anche il GAL Sibaritide, magari indossando vesti più umili e meno cerimoniali, passi dalla logica del "finanziamento a pioggia" a quella di "investimento strategico", capace di dare un vero e proprio scossone al territorio e di valorizzarne le eccellenze in modo sistematico. Quattordici milioni di euro sono tanti, ma le occasioni, una volta perse, non tornano più.
foto in copertina di Luigi Graziano