Referendum 8 e 9 giugno: le posizioni di Italia Viva
Sui 5 quesiti il partito invita gli elettori a votare due NO, un SI e lascia libertà di voto sui restanti

COSENZA - Vigilia di voto referendario con la campagna che si infiamma di motivazioni che hanno poco riguardo al contenuto e vivono di contrapposizioni ideologiche.
A sostenerlo è Italia Viva: «Una "guerra" dichiarata alle riforme sul lavoro del governo Renzi peraltro in parte modificate successivamente. Ad esempio la vittoria del SI del primo quesito referendario riporterebbe la lancetta dell'orologio non all'articolo 18, bensì alla disciplina introdotta dal governo Monti, con minori tutele per i lavoratori licenziati».
Italia Viva Calabria con la responsabile regionale del partito, Filomena Greco si schiera per un No netto e deciso al quesito n.1 che disciplina il contratto di lavoro a tutele crescenti ed un No altrettanto netto per il quesito n.3 relativo alla durata massima del contratto e condizioni per proroghe e rinnovi.
Filomena Greco invita a guardare oltre la contesa sul job act e la resa dei conti in casa PD ed invita a riflettere sul dato drammatico pubblicato dalla CGIA di Mestre da fonte Istat: da qui a dieci anni l'Italia perderà quasi 3 milioni di lavoratori, pari al 7,8% della popolazione in età lavorativa. In Calabria la percentuale si impenna al 12,1 % che corrisponde ad una perdita di forza lavoro di 140mila unità.
«Un'emorragia -scrive - che rischia di compromettere ulteriormente la già fragile struttura sociale ed economica del territorio. Meno forza lavoro significa meno produzione, minori consumi, meno servizi per una popolazione che invecchia. In parole povere, meno benessere e meno ricchezza. "Forze politiche responsabili - ragiona Filomena Greco - dovrebbero occuparsi di come invertire questa marcia verso il collasso, di investimenti mirati, di formazione, di studiare politiche del lavoro utili al futuro e al contrasto all'emigrazione dei ragazzi, anziché bisticciare su una legge di 10 anni fa, inchiodando il paese ad una guerra ideologica e fuori tempo».
Sugli altri quesiti sul lavoro, Italia Viva lascia libertà di voto. Si tratta del referendum 2 - licenziamenti ed indennità per le piccole imprese - e del referendum 4 - che introdurrebbe una responsabilità anche del committente in caso di infortuni sul lavoro. Nei suggerimenti di Italia Viva c'è anche un SI ed è quello che si propone di ridurre da 10 a 5 il numero di anni di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza.