Il Comune sospende lo sportello in carcere: detenuti senza documenti. Disagi massimi
Da mesi il Comune ha interrotto l’accesso agli ufficiali comunali nel carcere, lasciando i detenuti senza servizi essenziali. Polizia penitenziaria costretta pure al "servizio taxi" per accompagnare i reclusi all'ufficio anagrafe!

CORIGLIANO-ROSSANO - In Comune si starebbe consumando una grave e inaccettabile violazione dei diritti fondamentali dei detenuti della Casa di Reclusione locale. Il rilascio di documenti di identità e di atti dello Stato Civile è un diritto di ogni cittadino italiano, esercitabile in qualunque Comune. Allo stesso modo, ogni cittadino può far autenticare la propria firma da un ufficiale comunale, che ne certifica l’identità e l’autenticità.
Partendo da questo assunto, si è appreso stamani che nella Casa di reclusione di località Cominata a Corigliano-Rossano, alcuni servizi dello Stato civile che prima venivano garantiti con costanza (e che sono un diritto sancito dalla normativa e non una concessione) ai detenuti non vengono più espletati. In sostanza il personale municipale non si reca più in carcere a fare sportello e questo sta iniziando a creare enormi disagi.
Ovviamente, chi è ristretto in un Istituto Penitenziario non può muoversi liberamente per effettuare queste pratiche e l’Amministrazione Penitenziaria non ha infatti alcun potere in materia di rilascio o autenticazione di documenti. Pertanto se Maometto non va alla Montagna... è il carcerato che in qualche modo deve recarsi in Comune.
E chi ce li porta? La polizia penitenziaria, ovviamente. Che ha il compito di accompagnare i detenuti al Comune per il rilascio dei documenti o per altre pratiche amministrative, garantendo la sicurezza durante gli spostamenti esterni. Questo servizio è fondamentale per consentire ai detenuti di esercitare i loro diritti civili, nonostante la loro condizione di restrizione.
Nonostante questo, da mesi il Comune di Corigliano Rossano avrebbe inspiegabilmente interrotto gli accessi settimanali che i suoi delegati effettuavano presso la Casa di Reclusione di Rossano per il disbrigo delle pratiche civili. Di conseguenza, i detenuti sono privati della possibilità di ottenere documenti essenziali, come la carta d’identità o certificati anagrafici, necessari non solo per il riconoscimento personale ma anche per l’accesso a prestazioni fondamentali come l’assistenza sanitaria o le pensioni.
Ancora più grave è la difficoltà di far autenticare firme su procure legali, indispensabili per compiere atti delicati quali i ricorsi in Cassazione. L’unica alternativa per i detenuti è chiedere alla Direzione del carcere di autorizzare l’ingresso di un Notaio o fare affidamento sui propri avvocati, che devono affrontare lunghi viaggi sino al reclusorio per svolgere queste incombenze.
Da parte sua, la Direzione del carcere avrebbe più volte sollecitato il Comune affinché ripristini questo servizio, ma a quanto pare senza risposte. Secondo fonti ufficiose, la Direzione ha chiesto l’intervento del Prefetto, del Magistrato di Sorveglianza di Cosenza e del Procuratore della Repubblica di Castrovillari nel tentativo di superare questo stallo.
Nel frattempo, si consuma un ulteriore dramma di inefficienza burocratica che limita gravemente i diritti dei cittadini più vulnerabili, quelli detenuti, privandoli di strumenti essenziali per la loro dignità e per la tutela dei propri diritti.