Solidarietà dell'Amministrazione di Co-Ro ai tirocinanti Tis in agitazione
Stasi: «Una agitazione che sosteniamo, per tanti motivi, ma soprattutto perché noi preferiamo le persone libere».

CORIGLIANO-ROSSANO - La posizione dell'amministrazione comunale sulla questione Tis è di sostegno e solidarietà nei confronti dei lavoratori coinvolti a favore del riconoscimento di una dignità lavorativa piena. Sono oltre 4mila i lavoratori che quotidianamente contribuiscono al funzionamento della macchina amministrativa nei Comuni, nelle Asp, nelle Province, nelle scuole, ed intantissimi enti pubblici e privati.
«Per la vertenza dei tirocinanti calabresi i prossimi giorni saranno determinanti - si legge nella nota. La proroga dei tirocini è sempre minacciata da ostacoli normativi, economici e politici, oltre a una mancanza di riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai tirocinanti, i quali sono ormai parte integrante delle attività degli enti ospitanti da diversi anni».
«Da ieri i cosiddetti TIS sono in agitazione. Con le sigle, spesso, ci dimentichiamo che si tratta di persone, uomini e donne che da tempo lavorano nei Comuni con rapporti di tirocinio, senza un contratto vero e proprio, senza un ruolo riconosciuto, senza previdenza sociale - dichiara il sindaco Flavio Stasi - Una delle tante forme di precariato con le quali, soprattutto al Sud, si sono tenute per anni le persone appese ad un filo, come accaduto per gli LSU-LPU. Perché? Più quel filo è sottile, meno le persone sono libere, e le persone libere non piacciono a tutti. Non a caso il nostro comune credo sia stato il primo a stabilizzare, portare full-time e riconoscere le competenze degli ex Lsu-Lpu con la riqualificazione di queste settimane».
«Nei mesi scorsi sembrava essersi aperta in Parlamento una breccia anche per i TIS, 4000 in Calabria, con comunicati trionfanti - conclude il primo cittadino - Ad oggi però, mentre si discute il Decreto Milleproroghe, quella breccia sembra richiudersi e loro, i tirocinanti, sono in civile agitazione. Una agitazione che sosteniamo, per tanti motivi, ma soprattutto perché noi preferiamo le persone libere».