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Pensionato da 4 anni, il Consorzio di Bonifica non gli paga il Tfr: «Le somme dirottate altrove»

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CORIGLIANO-ROSSANO - Sono tristemente note a tutti le storture che da anni spingono i lavoratori del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio cosentino a protestare contro chi gestisce e amministra le risorse dell’Ente. Negli ultimi mesi a tutta questa serie di disagi, che si registrano anche sul fronte dell’erogazione dei servizi consortili, si è aggiunta la vertenza delle imprese che hanno svolto opere e garantito servizi senza ottenere alcun compenso. Si parla di un buco nero di debiti che ammonterebbe a circa 13 milioni di euro, accumulati durante la gestione precedente al commissariamento.

Tra le questioni più importanti vi è sicuramente il continuo e reiterato blocco dei pagamenti a favore dei dipendenti. Una situazione al limite del tollerabile che rischia di far sfociare questa infinita vertenza in nuove ed eclatanti azioni di protesta. Tra queste anche quelle di coloro che hanno concluso la propria esperienza lavorativa con il Consorzio ma subiscono ancora il peso dei danni provocati dall’ente (ne avevamo già parlato nelle settimane scorse).

La storia, questa volta, riguarda un ex operaio ormai in pensione. A riportarcela è sua figlia Antonietta: «Mio padre – racconta – è andato in pensione nel 2020 dopo 40 anni di lavoro. Da allora non ha ancora ricevuto il contributo del Tfr. Si tratta di una cifra che il nostro legale ha stimato essere pari 65.000 euro».

«A quel punto – spiega -, visti i continui ritardi, abbiamo deciso di sporgere denuncia alla Guardia di Finanza e intraprendere un’azione legale. Il giudice ha confermato che dovrà essere il Consorzio di Bonifica a liquidare il contributo. Per questo motivo ci siamo rivolti all’ente consortile che ha però scaricato il problema sulla Regione, la quale non avrebbe pagato il consorzio. La Regione, dal canto suo, rigetta le accuse. Si fa spazio così l’ipotesi che l’ente abbia dirottato le somme corrisposte altrove. Avevamo provato a riscattare la cifra tramite l’Inps ma ci è stato detto che il Consorzio è ancora attivo e non risulta in fallimento, pertanto è tenuto a corrisponderlo secondo le modalità previste».

«Insomma – osserva - in seno al consorzio circolano due differenti versioni: c’è chi dice che il pagamento da parte della Regione è avvenuto ma i soldi sono stati impiegati per fronteggiare altre spese, e chi invece afferma che questi soldi non sono mai arrivati».

Ma non è tutto. Secondo quanto riportato da Antonietta «c’è chi, pur essendo andato in pensione nel 2021, ha già ricevuto il Tfr mentre sono ancora circa 60 quelli che attendono tale contributo. Pare, dunque, che ci siano favoritismi e persone capaci di intercettare l’arrivo delle somme in tempo così da ottenere prima di altri quanto previsto».

Ci auguriamo che le annose questioni che riguardano i dipendenti ed ex dipendenti del consorzio possano risolversi al più presto, con la speranza che a guidare le scelte sia un principio fondamentale: il rispetto degli operai e del lavoro.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.