Prestazioni fornite e debiti per milioni di euro, al Consorzio di Bonifica scoppia (anche) la grana dei creditori
Il prossimo martedì 12 dicembre in programma un sit-in di protesta di tutte le imprese che in questi anni hanno garantito servizi e opere all’Ente senza essere mai pagati. La paura della liquidazione e, poi, il mistero dei lavori sul Terzo Magalotto
CORIGLIANO-ROSSANO – Il buco nero di debiti e accordi non rispettati lasciato in eredità dal Consorzio di Bonifica del Bacini dello Jonio cosentino continua ad avere forme sempre più impressionanti. La Riforma regionale che ha unificato i Consorzi con l’obiettivo di rendere più efficienti i servizi razionalizzando le risorse, rischia di creare una nuova e più immensa vertenza. Ieri sera, infatti, a Trebisacce si sono ritrovate tutte le imprese creditrici (per lo più aziende edili, del movimento terra e fornitori di materiale edile ed agricolo) per organizzare il sit-in di protesta davanti alla sede del Consorzio che si terrà nella mattinata del prossimo martedì 12 dicembre. Questo con l’obiettivo di avere un confronto con la Regione Calabria e in particolare con il presidente Occhiuto, l’assessore all’agricoltura Gallo ed il presidente della Commissione Agricoltura Gentile: «Vogliamo sapere se e quando ci verranno corrisposti i crediti che vantiamo».
E da quanto emerso dall’incontro di ieri, tenutosi nella sala meeting dell’Hotel Miramare, il passivo ammonterebbe a svariati milioni di euro. Si parla, addirittura, di circa 13mln di euro non corrisposti ad aziende e fornitori, che sarebbero stati accumulati durante l’ultima gestione consortile prima del commissariamento. «Non solo – dicono ancora gli imprenditori per voce del loro portavoce Marco Massaro – ancora oggi il Consorzio di Bonifica continua ad accumulare debiti con noi fornitori di prestazioni e servizi».
Ora, al netto delle giuste e sacrosante rivendicazioni e pretese dei creditori («qui ci sono aziende che rischiano il fallimento a causa di questi crediti non corrisposti») emerge un altro più importante punto di domanda sul quale s’interroga, questa volta, l’intera comunità dei contribuenti: ma tutti questi soldi, al Consorzio di Bonifica, ci sono mai stati? E se ci sono stati che fine hanno fatto?
Domande legittime soprattutto se si mettono fila tante altre questioni legate al Consorzio: a partire dalla mancata corresponsione degli stipendi ai dipendenti (una vertenza che dura da anni) per finire ai diversi disagi che da sempre si registrano nell’erogazione dei servizi consortili, per finire – adesso – alla nuova vertenza dei creditori. Sintomatico che negli ultimi anni, anche a fronte di una costante contrazione degli introiti (bisognerebbe capire perché?) e dei trasferimenti, le spese sono state di gran lunga maggiori rispetto alle entrate.
«La nascita del Consorzio Unico calabrese – questa la preoccupazione costante fatta emergere ieri dalle imprese – rischia di aprire un contenzioso senza fine. Perché sicuramente il vecchio consorzio sarà messo in liquidazione e questo per noi significa non recuperare i soldi già spesi per realizzare opere a favore del Consorzio». Insomma, un investimento a perdere con cifre esorbitanti. «Parliamo – racconta uno di loro – di capitali investiti per ogni azienda che vanno da un mino di 100mila euro a cifre che superano i due milioni di euro».
Soldi, tanti soldi – dicevamo – di cui non si ha più traccia. Come quelli trasferiti da Anas al Consorzio di bonifica per la eliminazione delle interferenze lungo il tracciato del Terzo Megalotto. «Si parla di 5 milioni di euro che non si trovano più. Noi – dicono le imprese – i lavori li abbiamo quasi completati ma ancora non ci sono stati pagati». Cosa succederà? Pare che Webuild (la società che si sta occupando dei lavori di realizzazione dell’infrastruttura) abbia trovato un accordo per i prossimi interventi bypassando il Consorzio e interagendo direttamente con le ditte. Ma anche questo è un problema… tutto in divenire