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Un rossanese ha inventato come trasformare un granchio blu in uno smalto per unghie o un cerotto

2 minuti di lettura

VENEZIA – Come trasformare un gambero, un insetto, un granchio blu in uno smalto per unghie, un un patch medicale o addirittura in materiale da restauro per mobili antichi? Nessun problema, ci ha pensato un rossanese. Il portale scientifico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha pubblicato l’esito di una ricerca, effettuata nell’ateneo lagunare e portata a termine da un team di scienziati, per poter trasformare la chitina, un biopolimero presente nei crostacei, in nanomateriali intelligenti di diversa applicazione. Una risposta concreta per mettere a frutto e rendere produttiva l’invasione del Granchio Blu che sta colpendo il bacino adriatico e più in generale il Mediterraneo. Il gruppo di ricerca, che ha brevettato questo metodo di trasformazione, è guidato dal prof Matteo Gigli, giovane docente universitario alla prestigiosa università veneziana, nato, cresciuto e formatosi a Rossano.

Con il ricercatore rossanese, a guidare il team di ricerca dell'Università Ca' Foscari di Venezia, anche la professoressa Claudia Crestini, in collaborazione con la professoressa Livia Visai e la dottoressa Nora Bloise dell'Università di Pavia. I risultati della loro ricerca sono rivoluzionari perché, dicevamo, riescono a trasformare la chitina in nanomateriali intelligenti con proprietà funzionali di vasto interesse. Questa scoperta è destinata ad avere un impatto significativo in molteplici settori, dalla biomedicina al packaging sostenibile e alla conservazione dei beni culturali.

La chitina, uno dei biopolimeri più diffusi in natura, rappresenta un componente essenziale dell'esoscheletro di insetti e crostacei, nonché della parete cellulare di funghi e alcune microalghe. Derivante principalmente dagli scarti dell'industria ittica, la chitina si presenta come una risorsa preziosa e abbondante per molteplici applicazioni.

Il team di ricerca Ca' Foscari, guidato dal bravo docente rossanese, ha rivelato un particolare interesse nel guscio del granchio blu, un'invasione che sta rappresentando una sfida significativa per l'industria ittica del nordest. Sfruttando l'abbondanza di chitina nei gusci di questi granchi, il team si è impegnato attivamente nell'isolamento e nella trasformazione di questo materiale, trasformando una crisi in un'opportunità senza precedenti in termini scientifici, tecnologici ed economici.

Biomedicina

Il Professor Matteo Gigli ha sottolineato due applicazioni di rilievo nel campo della Biomedicina. La prima coinvolge la creazione di film flessibili, additivi con sostanze naturali estratte dalla biomassa lignocellulosica, che possono essere impiegati come patch medicali grazie alla loro biocompatibilità ed emocompatibilità. La seconda applicazione riguarda la produzione di smalti per unghie 100% naturali con attività antifungina intrinseca, ideali per il trattamento dell'onicomicosi. La formulazione a base d'acqua degli smalti elimina gli odori sgradevoli associati agli smalti tradizionali, offrendo una soluzione igienica e naturale per la cura delle unghie.

Imballaggio sostenibile

Il settore degli imballaggi si avvantaggia di film nanostrutturati a base di chitina, che possono sostituire le plastiche tradizionali nella produzione di pellicole flessibili completamente biobased. L'aggiunta di composti naturali alla formulazione aumenta le capacità antiossidanti e antimicrobiche del materiale, garantendo una maggiore durata nella conservazione degli alimenti e contribuendo a una gestione sostenibile dei rifiuti.

Protezione e conservazione dei materiali scrittori

La formulazione specifica sviluppata dal gruppo di ricerca si concentra sulla creazione di un rivestimento per il restauro e la conservazione di materiali scrittori antichi e contemporanei. Questo trattamento rivoluzionario offre una protezione multivalente, contrastando l'acidità della carta, prevenendo la proliferazione di microrganismi e rallentando il deterioramento delle proprietà meccaniche della carta stessa.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.