Strage di Bologna, a Corigliano-Rossano una strada per ricordare Maria Avati Gurgo... forse!
La memoria della donna rossanese, tra le vittime della bomba del 2 agosto 1980, era finita nell’oblio collettivo. Un anno fa l’Eco dello Jonio “rispolverò” quel ricordo che oggi pare non abbia lasciato insensibile l’esecutivo Stasi

CORIGLIANO-ROSSANO – A Corigliano-Rossano una strada per ricordare Maria Avati Gurgo, la donna rossanese vittima della strage di Bologna. È più che una suggestione. L’Amministrazione Stasi, infatti, starebbe vagliando l’idea di inserire nel quadro della toponomastica cittadina anche l’intitolazione di una via alla signora che quel 2 agosto 1980 si trovava in una delle sale della stazione ferroviaria del capoluogo emiliano, quando una bomba piazzata dai Nuclei armati rivoluzionari (Nar) fece esplodere un’area della struttura provocando 85 vittime. Tra queste proprio donna Maria Avati Gurgo.
Una vicenda della storia italiana condita di depistaggi, complotti e tantissimi misteri ancora oggi irrisolti che quella signora venuta dal profondo sud e in viaggio verso i suoi figli, ignara, si è trovata a vivere e a pagare con la sua vita. Di Maria, però, col passare degli anni, la collettività rossanese perse quasi totalmente memoria.
Fu l’Eco dello Jonio esattamente un anno fa a rispolverare quella storia triste, con un racconto struggente e commovente della figlia della signora Maria, Giuditta Gurgo, sopravvissuta alla Strage di Bologna. E fu proprio in quella occasione che lanciammo la proposta all’esecutivo civico di dedicare un luogo simbolo della grande città di Corigliano-Rossano ad una delle sue figlie che, seppur inconsapevolmente e sicuramente non consenziente, si è trovata ad essere vittima dei nemici dello Stato.
Un appello che pare non abbia lasciato insensibili le alte sfere del palazzo di Città che oggi, a distanza di un anno, hanno scritto quel nome in un elenco, probabilmente lunghissimo, di cittadini e personalità illustri meritevoli di essere ricordate. A dire il vero non crediamo che la scelta di intitolare una via a Maria Avati Gurgo abbia bisogno di un percorso di discernimento lunghissimo. Per lei parla la storia personale di una mamma, una moglie, di una donna dall’animo nobile e di spirito gentile, che perse la vita nel suo personale éxodos - che accomuna tantissime persone del sud - per andare a trovare i figli residenti al nord.