Quei 48mln di euro per costruire gallerie e viadotti nel nulla: il disastro della Sibari-Sila
Un’opera incompiuta che avrebbe dovuto collegare la Piana con Acri, via strada di Tarsia, che ha sfregiato l’Arberia. Tantissimi soldi per realizzare 7 ponti e 2 tunnel su un tracciato di appena 2,5km e con lo spettro del disastro ambientale
CORIGLIANO-ROSSANO – Le strade per la Sila sono un dramma. Quelle esistenti crollano (è risaputo il caso della Sila-Mare) oppure sono prive di manutenzione, altre – invece – pensate alla fine degli anni ’90 per risolvere il problema dello spopolamento delle aree interne, a distanza di quasi 40 anni non vedono ancora la luce. Ancora una volta è emblematica la Sila-Mare tra Mirto e Longobucco; ma a qualche decina di kilometri in linea d’aria dalla Valle del Trionto c’è un’altra incompiuta dalle trame scandalose e le cui vicende si perdono come sempre negli apparati politici e amministrativi della Calabria. Stiamo parlando della Sibari-Sila, la strada che secondo le intenzioni della Provincia di Cosenza, che la concepì e ne diede avvio ai lavori nel lontanissimo 2009, avrebbe dovuto collegare la Piana di Corigliano-Rossano con l’Altopiano silano via Arberia. Di quella “strada”, che avrebbe dovuto coprire un percorso di circa 20km, ad oggi sono stati realizzati solo 2 gallerie e 7 viadotti, uno dei quali sovrasta l’antico e storico abitato arbereshe di San Demetrio Corone, su un tracciato di soli 2,5km. Costo di questo scempio: 48 milioni di euro di risorse pubbliche.
Insomma, colline sventate, ferro, colate di cemento armato a gogo e buchi nella terra che hanno sfregiato, anzi stuprato un territorio incontaminato come l’Arberia. Già, perché tra i tanti misteri che porta con sé questo progetto c’è anche quello delle fasi di realizzazione. La Provincia di Cosenza, infatti, decise di far partire i lavori del primo stralcio non dal terminale a valle e nemmeno da quello a monte. Pensò bene di aprire cantieri iniziando da centro del tracciato, nel comune di San Demetrio Corone.
Non solo. Durante lo scavo di una delle due gallerie, nello smarino venne portato fuori dal ventre della terra del materiale inerte che – per quanto denunciò l’allora consigliere comunale sandemetrese Adriano D’Amico – pare contenesse alte quantità di cobalto, un minerale che se estratto e non accuratamente trattato e isolato, può diventare altamente tossico per la sua radioattività.
Quindi, ci troviamo difronte ad un’opera che non solo è una delle incompiute più vergognose prodotte in Calabria ma che con il passare degli anni diventa sempre più un pericolosissimo ecomostro. Le soluzioni, a questo punto sono due: demolire e bonificare tutto oppure (quella più ragionevole) trovare subito le risorse per completare l’opera. Il rischio, infatti, che le opere strutturali realizzate, rimanendo prive di manutenzione, possano avere un deterioramento precoce c’è ed è reale.
Nei mesi scorsi, la Provincia di Cosenza avrebbe dovuto indire la gara d’appalto per il completamento del primo lotto funzionale tra i comuni di San Demetrio Corone e Acri. Di questa procedura, però, non se n’è saputo più nulla. In realtà la pratica era tornata in Regione dopo che il procedimento per l’affidamento dei lavori da parte della Provincia non era andato a buon fine in quanto nessuna delle ditte che erano entrate in graduatoria ha potuto operare gli interventi a causa di problemi burocratici di varia natura (interdittive antimafia e fallimenti). Allo stato delle cose, quindi, c’era bisogno di una nuova autorizzazione che consentisse alla Provincia di Cosenza di indire la nuova gara con i soldi già disponibili. Ma anche in questo caso la procedura si è nuovamente arenata.
Anche se la via su come risolvere la grande questione della Sibari-Sila, su cui tutto l’universo politico regionale, provinciale e locale continua a glissare facendo finta che quell’abominevole infrastruttura non esistesse, l’aveva tracciata qualche tempo fa l’ex senatrice di Alternativa Silvana Abate. E questa via sono i fondi del Pnrr che prevedono una parte di investimento per la mobilità interna, quelle delle aree interne. E proprio l’ex parlamentare, all’epoca della sua legislatura, aveva presentato un emendamento specifico sulla Sibari-Sila.
Orbene, dall’autorizzazione all’uso dei fondi è passato oltre un anno e tutto prosegue a rilento. Non solo. A febbraio 2022 la Sibari-Sila era stata inserita tra i tre progetti inclusi dall’Upi nell’ambito della mappatura delle opere strategiche dal punto di vista socioeconomico, indispensabili per le comunità e per i sistemi economici locali, al Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (ex Mit). Per l’ammodernamento e l’adeguamento della Sibari-Sila erano stati chiesti altri 116 milioni di euro oltre alle somme già ri-trasferite dalla Regione alla Provincia.
La domanda, allora, è più che legittima: chi sta dormendo su questa vicenda?