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«Ci siamo anche noi»: per un disabile spostarsi a Co-Ro è un'impresa impossibile

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CORIGLIANO - ROSSANO – Una raccolta firme per abbattere le barriere architettoniche e rendere la terza città della Calabria un posto vivibile anche per i diversamente abili. La richiesta di un appuntamento con il sindaco, poi il tanto atteso incontro per dire a gran voce alle istituzioni: «esistiamo anche noi». Ma, soprattutto, per avere delle risposte che si traducano in provvedimenti concreti per rendere Corigliano Rossano una realtà a misura delle persone con gravi difficoltà motorie.

Virgilio Spina, che convive con una paraparesi spastica congenita, si sposta per Corigliano Rossano (e per il mondo) con un deambulatore. La sua malattia è degenerativa, ma lui è uno di quei tipi che non si arrende. Anzi, lotta. E la sua è una battaglia di inclusione e di civiltà che porta avanti non solo per sé stesso ma per tutti quelli come lui, per coloro che hanno difficoltà di deambulazione e si servono di dispositivi medici per camminare che spaziano dalle stampelle alle carrozzine. Virgilio combatte per i diversamente abili e, ad affiancarlo in questa crociata, c’è anche Gerry Casacchia, in forza alla protezione civile, su una sedia a rotelle dalla nascita ma con una forza di volontà capace di superare tutte le barriere: architettoniche e sociali.

Gerry Casacchia e Virgilio Spina

«Spostarsi per Corigliano Rossano con un deambulatore o con una carrozzina è praticamente impossibile. È peggio di una corsa ad ostacoli».

Così, il 12 gennaio chiedono un incontro con il primo cittadino tramite pec e il primo aprile riescono a parlarci. Sono tanti i disagi che Virgilio e Gerry raccontano di incontrare ogni giorno per fare anche gli spostamenti più essenziali.

I marciapiedi sono spesso dissestati e con il malto divelto, non mancano neppure le buche, soprattutto in prossimità dei saliscendi. Riuscire a percorrerli con le carrozzine è un’impresa. E che dire di piante ed erbacce che crescono in maniera selvaggia in prossimità degli accessi per le carrozzelle? Capitolo a parte meritano i parcheggi: pochissimi quelli effettivamente regolari e a norma di legge, ossia con lo spazio limitrofo per salire e scendere dalla macchina con la sedia a rotelle.

Vogliamo parlare invece degli autobus che collegano il mare al centro storico passando per lo scalo? Quelli con la pedana a norma sono più rari delle mosche bianche così come pochissimi sono i conducenti formati adeguatamente per metterle in funzione.

E il mare? Chi non può contare su grossi aiuti lo può vedere dal balcone col binocolo. «Si evidenzia l’impossibilità di raggiungere la battigia nella maggior parte delle spiagge del nostro territorio per chi soffre di disabilità lieve o su carrozzina e l’assenza di spiagge attrezzate per agevolare l’ingresso in acqua delle persone disabili» si legge nella raccolta firme che Virgilio e Gerry hanno avviato.

«Quando abbiamo palesato al sindaco i nostri problemi, che poi sono quelli di tutti i disabili - raccontano -, ci ha chiesto del tempo per formare adeguatamente le figure professionali che avrebbero dovuto occuparsi della pianificazione dei parcheggi e degli altri elementi riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma mi chiedo: il disabile che tempo ha? Quanto ci vuole a fare delle cose che chi di dovere dovrebbe già saper fare e mettere in atto»?

Virgilio e Gerry fanno di tutto per condurre una vita “normale” e sentirsi parte della loro comunità, ma ci sono dei limiti oggettivi che una società degna di essere ritenuta civile deve saper eliminare. L’Amministrazione ha il dovere di intervenire su molteplici aspetti, dai marciapiedi percorribili (e no ridotti a colabrodo) ai sali e scendi effettivamente funzionali passando per parcheggi che prevedano lo spazio per la sedia a rotelle. Il tempo è prezioso per tutti, soprattutto per chi, già messo a dura prova dalla vita, fa i conti con moltissime difficoltà. E allora, quando si potrà iniziare ad avviare questo processo di inclusione e civilizzazione?

Intanto Virgilio e Gerry continuano la loro sensibilizzazione e la raccolta firme. Chi volesse aiutarli in questa battaglia civica può mettersi in contatto con loro anche attraverso la mail ragno1979@gmail.com.

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare