Una Pasqua senza stipendi: il calvario dei dipendenti del Consorzio di Bonifica
La riunione prevista per ieri in Regione e che sarebbe potuta essere risolutiva per la questione finanziaria delle “Tute Verdi” è stata rinviata al prossimo 17 Aprile

CORIGLIANO-ROSSANO – Un’altra festività con le tasche vuote. Sarà una Pasqua magrissima per le Tute Verdi del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio cosentino, che proprio ieri si sono vista sfumata la possibilità di ricevere quantomeno un acconto delle 6 mensilità salariali e stipendiali arretrate, prima delle festività. L’incontro previsto alla cittadella regionale di Catanzaro è saltato, al prossimo 17 aprile. Insomma in vista del lungo ponte Pasquale non solo senza soldi ma per questa gente anche l’incertezza sul loro futuro lavorativo.
Ormai sulla questione del Consorzio di Bonifica trebisaccese si naviga a vista. Da una parte una mole di debiti impressionante lasciata in eredità dalla precedente gestione consortile, nei confronti di enti e fornitori, insieme ad una gestione probabilmente poco oculata della struttura dei servizi; dall’altra la situazione paradossale dei lavoratori che avanzano sei mensilità arretrate (che a giorni saranno di nuovo sette). Tutto questo nell’ormai indifferenza generale delle istituzioni. Ed è questa, probabilmente, la cosa che fa più male.
Infatti, a differenza dei mesi scorsi, quando si innescò la grande vertenza salariale, con le proteste che durarono fino a ridosso del Natale, da queste parti, vicino ai lavoratori, non si vedono più politici. Si dice che solo qualcuno, che siede tra i banchi dell’opposizione a in Consiglio regionale, faccia capolino nelle stanze del commissario solo per chiedere lumi e riscontri su qualche dipendente. E non si vedono più nemmeno quei politici che un tempo, seduti sempre tra le fila del Consiglio regionale, all’interno dell’ente consortile avevano parecchia influenza.
A rimanere vicini ai lavoratori, disperati, senza stipendio e senza speranza, sono rimasti solo i sindacati nel loro indomito ruolo di difendere i diritti di questi lavoratori. Ma anche la loro sembra, ormai, un’azione disperata che brancola attorno alla torre ermetica delle istituzioni regionali da dove non trapela più alcuna notizia sul destino di questi lavoratori e padri/madri di famiglia.
Rimane tutto inspiegabilmente fermo, mentre si avvicina la stagione irrigua. E lì si registreranno i veri e gravi problemi per la produzione agricola e agrumicola della Piana di Sibari che rimarrà senza acqua.