“Two (tribunali) is megl’ che uan” ma come al solito stanno per vincere i dualismi politici di Corigliano-Rossano
Per Stasi prestare il fianco a una richiesta di FdI potrebbe essere una mossa politicamente azzardata ma se questo è il momento di unire le forze che lo si faccia… e anche in fretta. La vicenda della SS106 sia da insegnamento
CORIGLIANO-ROSSANO – La discussione attorno alla possibile riapertura di un presidio di giustizia a Corigliano-Rossano sembra abbia preso la rotta nel mare magnum, tempestoso e dispersivo del politichese. Se così fosse, anche questa volta – davvero - l’intento di centrare l’obiettivo (semmai ci sia davvero) di riottenere il Tribunale, sarà fallito e tutta la successiva polemica servirà solo ad alimentare la feroce dialettica dei palchi elettorali. Ecco perché ora, prima di ogni cosa, servirebbe conciliazione e quell’unità d’intenti che lo stesso sindaco Flavio Stasi, in una recente manifestazione pubblica promossa proprio dall’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, aveva auspicato. Basta dualismi politici.
C’è un assunto, un elemento ulteriore, messo sul tavolo dal senatore Ernesto Rapani e da Fratelli d’Italia che potrebbe essere – a loro dire - il grimaldello per riaprire le porte dell’ex foro jonico e per evitare, di fatto, che la procedura di ampliamento del tribunale accorpante di Castrovillari si concretizzi: mettere subito nelle disponibilità del Ministero della Giustizia un immobile pronto ad ospitare il Palazzo di Giustizia della terza città della Calabria (l’ipotesi più ragionevole sarebbe quella della sede storica di Piazza Santo Stefano, ormai chiusa e inutilizzata da 11 anni).
A questa proposta, che il senatore coriglianorossanese, componente della Commissione parlamentare Giustizia, ha formalizzato al protocollo dell’Ente, è giunta immediata la risposta dello stesso sindaco Stasi: «Confermo – ha detto il Primo cittadino – la piena disponibilità dell’Amministrazione comunale a rendere immediatamente utilizzabile un immobile comunale nel quale poter allocare il Tribunale (compreso l’immobile che ospitava precedentemente il presidio di Giustizia)». Aggiungendo un inciso, però, che sembrerebbe il classico pelo nell’uovo «…non appena si concretizzi tale possibilità».
Ora, a riguardo, è comprensibilissima la prudenza del sindaco Stasi nel prestare il fianco ad una proposta che potrebbe alimentare tantissime aspettative e – perché no – essere elemento determinante per la prossima campagna elettorale per le comunali 2024. Di fatto, però, se un rappresentante parlamentare, nonché componente di quella cerchia stretta del partito che regge le sorti del Governo, avanza formalmente una richiesta all’Amministrazione comunale, appare logico e altrettanto scontato, che la risposta dello stesso Ente locale debba avvenire nelle more concrete della formalità. Più che il politichese, dunque, occorre il burocratese. Che sicuramente non piace, logora, è pedante… nessuno lo mette in dubbio. Ma la sola parola del Sindaco, per quanto importante e ferma sia, in questo caso non basta. Serve un atto deliberativo del Consiglio comunale che renderebbe ancora più forte la volontà del primo cittadino e, quindi, dell’intera cittadinanza.
Del resto, la recentissima vicenda attorno al progetto di ammodernamento della Statale 106, dovrebbe tornare utile a capire liturgie e meccanismi. In quanto sul nuovo tracciato stradale si è riusciti ad ottenere lo stesso risultato che si sarebbe potuto ottenere due anni prima e con il rischio concreto di lasciare la Sibari-Co-Ro fuori dal procedimento commissariale, lasciando il Consiglio comunale allo scuro di tutto salvo poi convocarlo all’ultimo istante per una determinazione essenziale quanto indispensabile.
Sul Tribunale la partita è più o meno simile. Da un lato Castrovillari - al pari dei comuni del basso crotonese che hanno lavorato in silenzio per accreditare il nuovo tracciato della Crotone-Catanzaro - sta giocando la sua partita; dall’altro Corigliano-Rossano. Tra le due vicende, però, c’è una sostanziale differenza: se per la Statale 106 sono stati “premiati” il primo e il secondo classificato (e Co-Ro dacché era prima in solitaria e arrivata seconda al fotofinish), sull’affaire tribunale la spunterà solo uno: Castrovillari o Corigliano-Rossano. Con risvolti epocali. Ampliare la sede di Castrovillari, infatti, significherà continuare ad amministrare dal Pollino un territorio giudiziario che si estende da Papasidero a Cariati. Diversamente, la disponibilità di una sede su Corigliano-Rossano aprirebbe – almeno per quanto rassicura oggi Rapani - nuovi scenari e comunque riporterebbe le strutture giudiziarie, del Pollino e dello Jonio, alla condizione quo ante riforma. A tutto beneficio del diritto alla giustizia.
Alla resa dei conti di questa ennesima diatriba, la logica delle cose impone un sacrificio e un impegno concreto. A Stasi, le parole di Cecco il fornaio: “esci la delibera del Consiglio comunale”; a Rapani e più in generale al Governo (Meloni, Nordio, Delmastro e compagnia cantante), invece, il monito di un giovanissimo Stefano Accorsi: “Two (tribunali) is megl’ che uan”.