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Nilo Domanico sarà alla guida del cantiere più futuristico della Calabria: il nuovo Museo del Mediterraneo di Reggio

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CORIGLIANO-ROSSANO - A breve prenderanno il via i lavori per il Museo del Mediterraneo a Reggio Calabria, su progetto di Zaha Hadid la celebre archistar irachena, che ha costellato il mondo delle sue avveniristiche opere architettoniche: dal Maxxi di Roma al Riverside Museum di Glasgow, dal London Aquatics Center, all’Opera House a Guangzhou e tantissime altre. Project manager di quella che, a tutti gli effetti, sarà la struttura più avveniristica mai realizzata in Calabria, sarà l’ingegnere di Corigliano-Rossano, Nilo Domanico.

È una bella notizia per la città di Corigliano-Rossano ma per la stessa Calabria, dal momento che un calabrese sarà artefice e protagonista di un’opera che sicuramente diventerà nei prossimo anni uno dei simboli della Calabria nel mondo.

Parliamo, infatti, di un’opera colossale che già da ora entra nel guinnes dei primati regionali. Il Museo del Mediterraneo di Reggio Calabria, innanzitutto, è una delle ultime perle uscite dalle matite dell’archistar Zaha Hadid prima della sua scomparsa avvenuta nel 2016. Inoltre, è uno dei quattordici interventi strategici che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza rientrano nella categoria “Grandi Attrattori Culturali”, nel contesto più ampio del Recovery Plan della Cultura, finanziato con 61 milioni di euro, ritenuta dal Governo “opera strategica” per lo sviluppo dell’intero Paese.

Certo, Nilo Domanico non è nuovo a queste imprese ingegneristiche così particolari e innovative. Il suo nome era già stato accostato ad opere uniche nel mondo, quale l’avveniristico “Oman Botanic Garden”, il più esteso e tecnologico del mondo, nel bel mezzo del deserto dell’Oman. Al suo ritorno in Italia, poi, ha inanellato altri due “colpi” importanti: Il Masterplan per la Bonifica Idraulica del Parco Archeologico di Sibari, per far riemergere dalle acque la più potente e gloriosa polis della Magna Grecia ed ora il Museo del Mediterraneo di Zaha Hadid: «un’utopia futuristica» come la definiscono diverse riviste del settore. Un’opera di architettura e di ingegneria la cui forma è vagamente ispirata a quella di una stella marina. La struttura, che verrà realizzata dalla società edile pugliese Cobar Spa, si costituirà come un organismo complesso. Un edificio multiforme, sorprendente e dalle linee tipicamente sinuose, caratteristiche dei lavori di Zaha Hadid. Per il Museo del Mediterraneo si è pensato anche a dei laboratori di restauro, un archivio, una biblioteca e addirittura un acquario. Uno spazio aperto al contemporaneo che vorrebbe accogliere anche l’antico. Questo lo scopo della Grande Loggia dei Bronzi, ambiente pensato per ospitare opere d’arte di straordinario valore, quali per esempio i Bronzi di Riace.

Una bella sfida per Nilo Domanico, probabilmente la più importante e insidiosa della sua carriera. Innanzitutto perché, di fatto, smentisce quello che è il paradigma universale del “nemo propheta in patria” ma soprattutto perché il successo di questo progetto porterebbe il marchio del “made in Calabria”, diventando simbolo di una nuova terra che dimostra di poter essere eccellente attraverso i propri figli. Non solo, il nuovo Museo del Mediterraneo sarà una sfida tutta personale per Nilo Domanico, che lo pone sicuramente tra i più bravi ed eclettici ingegneri italiani e che oggi dimostra di essere un project manager famoso non solo all’Estero  in madre patria accostando il suo nome a quello di un architetto appartenente al Gotha dell’Architettura mondiale.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.