La Tragedia del Colagnati riporta l'attenzione sull'isolamento delle aree interne. La denuncia dei cittadini di Valletta
La morte di Zu'Ottavio Vallonearanci e quegli attraversamenti dei torrenti che per molti rimangono ancora le uniche vie di collegamento con la civiltà. Nel Colagnati ce ne sono a decine
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo i tragici eventi di ieri, in cui ha perso la vita Ottavio Vallonearanci, il torrente Colagnati, uno dei più grandi e impervi dell’area urbana di Rossano, è tornato protagonista anche per lo stato in cui riversa il letto della fiumara. Infatti, dopo le copiose precipitazioni delle ultime ventiquattro ore, oltre alla preoccupazione dei cittadini che abitano nelle vicinanze del torrente, bisogna aggiungere lo stato di abbandono lamentato dagli abitanti del luogo.
Le zone più a rischio e disagiate sono quelle interessate dagli attraversamenti di cui nessuno si occupa. «Non abbiamo altro modo che attraversare questa fiumara ma ora è tutto rovinato». A contattarci sono gli abitanti di contrada Valletta che affaccia proprio sul Colagnati.
«Siamo quattro famiglie – ci dice uno di loro – e la situazione è insostenibile già da novembre, tanto che stiamo distruggendo tutte le nostre auto. Abbiamo due bambini con noi, oltre che mio suocero che è stato operato recentemente per problemi cardiaci».
La tragedia di Zu’Ottavio, avvenuta ieri, dunque, riapre la ferita della viabilità interna che nelle aree montane e collinari non si è mai rimarginata. Il caso più emblematico rimane la “strada delle terre”, la più nota provinciale 250 che attraversa le campagne di Corigliano-Rossano arrivando fino a Paludi e Cropalati. Una strada che ancora oggi rimane parzialmente percorribile perché in un tratto si è ridotta in una vera e propria mulattiera dove non esiste più nemmeno l’asfalto.
Quanto, però, denunciano i cittadini di contrada Valletta e quindi di Pesco e Forello è un problema ancora più grave e antico, che risale già alla seconda metà del secolo scorso, quando proprio in quelle aree montane, grazie all’interessamento dell’allora senatore Mascaro, vennero realizzate strade e quindi anche attraversamenti subfluviali che risolsero buona parte dei problemi di accesso a quelle aree che prima erano praticamente inaccessibili.
Con il tempo quelle zone si sono antropizzate di più (almeno fino agli inizi degli anni ’90) e le strade (ormai vecchie di oltre 50 anni) sono rimaste senza alcuna manutenzione, logorate dal tempo. Quelle vie ancora ci sono, e sono l’unico accesso a quelle contrade. Ma restano, come denunciano oggi i cittadini di Valletta, punti critici che per essere raggiunti si dovrebbe utilizzare il mulo!