Tirocinanti di Inclusione Sociale, Uva: «Basta rinvii. Il tempo della dignità è adesso»
Il consigliere comunale di Co-Ro esprime solidarietà a questi lavoratori: «Non possiamo più permettere che persone già formate, da anni impegnate al servizio delle nostre comunità, restino in balia dell’incertezza»

CORIGLIANO-ROSSANO - «A poche ore dalla scadenza del 16 giugno, data entro la quale i Comuni dovranno iscriversi sulla piattaforma regionale, cresce l’allarme tra i Tirocinanti di Inclusione Sociale e tra le amministrazioni locali che si avvalgono quotidianamente del loro prezioso contributo. Come consigliere comunale della città di Corigliano-Rossano, esprimo la mia piena solidarietà a tutti i tirocinanti calabresi e, in particolare, ai 53 che operano nel nostro Comune, garantendo ogni giorno servizi essenziali e spesso colmando gravi carenze di personale».
Lo afferma Antonio Uva, consigliere comunale di maggioranza.
«Sono oltre 200 i sindaci calabresi di ogni orientamento politico che hanno sottoscritto un documento per denunciare le criticità della procedura messa in campo dalla Regione Calabria: mancano certezze, strumenti adeguati e coperture finanziarie chiare. Il nostro sindaco, tra i primi firmatari, ha da tempo sollevato la questione chiedendo una soluzione concreta e condivisa. Va chiarito: i Comuni non hanno creato questo bacino di precariato. Ma oggi non possono essere lasciati soli. Occorre un intervento diretto del Governo nazionale che assicuri risorse certe e strutturate, ben oltre quelle previste attualmente».
«Accolgo con favore l’iniziativa dei sindaci che, in maniera compatta, chiedono una proroga dei termini e l’attivazione urgente di un tavolo tecnico con Regione, Comuni e sindacati per costruire un percorso reale di stabilizzazione. È tempo di decisioni. La Regione e il Governo non possono più rinviare. Serve una scelta chiara e responsabile per il futuro di migliaia di famiglie. Anche ipotesi alternative come l’assorbimento nelle ASP, dove esiste una reale carenza di personale meritano attenzione, pur senza dimenticare l’esperienza e il radicamento che questi lavoratori hanno nei servizi comunali».
«Non possiamo più permettere che persone già formate, da anni impegnate al servizio delle nostre comunità, restino in balia dell’incertezza. Il tempo della dignità è adesso» conclude.