Tirocinanti di Inclusione Sociale, più di 200 sindaci calabresi chiedono la revisione del percorso
Un numero enorme di Amministrazioni Comunali chiede la proroga dei termini e l'attivazione di un tavolo istituzionale per condividere il percorso che porti all'obiettivo comune di tutti i sindaci, ovvero la stabilizzazione

CORIGLIANO-ROSSANO - Pubblichiamo di seguito la nota stampa a Firma di oltre 200 Sindaci della Regione Calabria avente ad oggetto la questione dei Tirocinanti di Inclusione Sociale della Regione Calabria.
«Nel leggere le notizie dei mesi scorsi rispetto alle misure a favore dei Tirocinanti di Inclusione Sociale, non c'è stato un solo Sindaco calabrese non contento per l'apertura di un dibattito sulla stabilizzazione di questi lavoratori. Gran parte dei TIS infatti prestano servizio presso i Comuni, attivando inevitabilmente un rapporto lavorativo ed umano con le Amministrazioni Comunali, le quali per altro non hanno alcuna responsabilità rispetto alla creazione di questo ennesimo bacino di precariato».
«Tuttavia - spiegano - fin dal primo momento l'esplicitazione delle procedure da parte della Regione Calabria ha generato profonde perplessità di carattere amministrativo, finanziario, sociale. Perplessità che col passare del tempo non sono state superate ma si sono, al contrario, consolidate e sono frutto di un errore di partenza: non coinvolgere nella discussione i diretti interessati alla stabilizzazione, cioè i sindaci».
«A poche ore dalla scadenza della manifestazione oltre 200 Sindaci di tutta la Calabria hanno sottoscritto un documento chiaro, con il quale elencano le gravi criticità di questa procedura che la rendono, di fatto, insostenibile per gran parte dei Comuni, ben prima di cimentarsi in atti formali che richiedono i pareri degli uffici contabili e degli organi di revisione. Un numero enorme di Amministrazioni Comunali, in continua crescita, che chiede la proroga dei termini e l'attivazione di un tavolo istituzionale per condividere il percorso che porti all'obiettivo comune di tutti i sindaci, ovvero la stabilizzazione».
«Un documento istituzionale e trasversale, scevro da logiche di schieramento politico, che esprime l'oggettiva insostenibilità del percorso intrapreso e che riteniamo non possa essere in alcun modo ignorato. Un documento che non può non chiamare in causa anche le sigle sindacali, alle quali i primi cittadini chiedono di partecipare ad un percorso condiviso con la Amministrazioni Comunali, affinché l'obiettivo della stabilizzazione non resti solo un annuncio irrealizzabile».
«Migliaia di famiglie calabresi si aspettano dalle Istituzioni chiarezza e serietà, ed è quella che stiamo manifestando con contenuti chiari e con la richiesta di un tavolo istituzionale che costruisca soluzioni concrete, condivise e sostenibili» concludono.