Accesso agli atti del Comune di Trebisacce, Aurelio denuncia il mancato rilascio delle credenziali
Il Consigliere ha notificato una diffida formale agli uffici comunali, chiedendo una risposta entro un termine perentorio. «L’Amministrazione parla di apertura istituzionale, ma nei fatti si chiude a ogni forma di controllo»
TREBISACCE – A oltre due mesi dalla richiesta formale presentata il 13 ottobre 2025, il Consigliere Comunale Antonio Aurelio segnala il mancato rilascio delle credenziali di accesso al sistema informatico/documentale del Comune di Trebisacce. Uno strumento ritenuto indispensabile per l’esercizio delle funzioni consiliari di controllo e indirizzo, come previsto dalla normativa vigente. Nonostante un successivo sollecito inviato in data 9 dicembre, l’Amministrazione comunale non ha fornito alcun tipo di risposta: né positiva né negativa, né tantomeno una motivazione ufficiale.
«Ho chiesto un accesso regolato e tracciato ai principali atti amministrativi dell’Ente: delibere, determine, contratti, bilanci, documenti tecnici. Tutto ciò che serve a un Consigliere per svolgere il proprio mandato in modo serio e consapevole. È un diritto garantito dalla legge. Ma l’unica risposta ricevuta finora è il silenzio».
«Se l’Amministrazione ritiene di avere ragione, lo dica apertamente. Lo motivi per iscritto. La trasparenza si esercita con gli atti, non con le dichiarazioni pubbliche. Restare in silenzio non è una posizione neutrale: è una fuga dalle responsabilità».
Nella giornata odierna, il Consigliere ha notificato una diffida formale agli uffici comunali, chiedendo una risposta entro un termine perentorio. In assenza di riscontro, ha già annunciato l’intenzione di attivare gli organi sovraordinati – Prefettura, Difensore Civico, ANAC – e di valutare ogni altra azione utile alla tutela del mandato consiliare.
«L’Amministrazione parla di apertura istituzionale, ma nei fatti si chiude a ogni forma di controllo. È una contraddizione pericolosa: perché se l’accesso alle informazioni viene negato a chi rappresenta i cittadini, si rompe l’equilibrio democratico tra gli organi del Comune. Non si sta violando un diritto personale, ma un principio di legalità che riguarda tutti. La cittadinanza ha diritto di sapere e di poter contare su istituzioni trasparenti, dove la vigilanza non è un fastidio, ma una garanzia per tutti» conclude.